Mario Caligiuri ha scritto la voce “Intelligence” nella enciclopedia italiana
“L’Intelligence è fondamentale per capire e vivere il XXI secolo”. Così Mario Caligiuri conclude della voce “Intelligence” nella X Appendice della “Enciclopedia Italiana” appena pubblicata dall’Istituto Treccani. Partendo dalla definizione (“L’intelligence è la capacità di selezionare le informazioni necessarie per assumere decisioni, nel proprio interesse o in quello generale”), considera l’intelligence un sapere sociale. Pertanto, secondo Caligiuri che è il Presidente della Società Italiana di Intelligence e insegna all’Università della Calabria, la sicurezza è fondamentale ma va equilibrata con la libertà e “l'intelligence può rappresentare un sistema cognitivo indispensabile, da studiare scientificamente nelle scuole e nelle università”.
Affronta poi il rapporto tra intelligence e democrazia, che rappresenta, secondo la lezione di Giorgio Galli, “uno strumento per stabilizzare le democrazie occidentali [e] “può essere interpretata come un mezzo per difendere la democrazia da sé stessa e dalle sue degenerazioni”. Per Caligiuri, l’intelligence dal 1945 ha attraversato quattro fasi, quella della guerra fredda, quella economica fino al 2001, quella del sostegno alle decisioni politiche e dal 2015 quella di contrasto al terrorismo e della dimensione cyber.
Nel futuro “gli attori politici internazionali più che gli Stati saranno le multinazionali finanziarie e le megalopoli” e l’intelligence sarà chiamata a svolgere la funzione di tutelare l’interesse nazionale e la continuità dello Stato, mentre sul piano tecnologico, l’intelligenza artificiale e lo sviluppo dell’informazione quantistica cambieranno radicalmente l’intelligence. “La disinformazione – ha proseguito - rischia di essere ulteriormente ampliata dai deep fakes, contenuti multimediali che rendono indistinguibile il vero dal falso”. Il crescente disagio sociale e il terrorismo ideologico e religioso, insieme alle mafie, rappresenteranno concrete minacce, rendendo fondamentale l’intelligence. “Sul piano culturale – rileva Caligiuri - una chiave per fronteggiare i fenomeni è l’educazione”, che consente di prestare “attenzione ai segnali deboli che possono provocare conseguenze impensabili”.