Processo Rinascita-Scott. Fare giustizia e garantire la difesa: scontro tra legali e Procura
La giustizia freme nell’ambito del maxi processo “Rinascita Scott”. La necessità di fare in fretta e quella di garantire il diritto alla difesa agli imputati, hanno innescato uno scontro tra Procura e legali difensori.
Alla base della discussione - esplosa nuovamente ieri nell’aula bunker di Lamezia Terme - c’è il calendario di udienze già abbastanza fitto e la decisione dei giudici di imporre alla Procura il deposito dei verbali illustrativi dei contenuti della collaborazione dei pentiti, con la conseguente necessità di rimandare il controesame degli stessi occupando così altri giorni con altre udienze.
Dal canto loro, i difensori ribadiscono di aver bisogno di tempo per studiare le carte e preparare la difesa. Tempo che, a quanto pare, non c’è poiché l’imponente istruttoria dibattimentale porta infatti ad avere tempi molto lunghi e si cerca di fare di tutto per evitare che scadano i termini di custodia cautelare per gli imputati.
La Procura punta dunque ad accelerare il più possibile, mentre gli avvocati sarebbero tornati a precisare che il processo non può bloccare totalmente la loro restante attività.
Cosa che accade, invece, per il collegio giudicante - presidente Brigida Cavasino, a latere Gilda Romano e Claudia Caputo - che è dedicato esclusivamente a questo processo.
Pare che, in conclusione, la giornata di ieri ha fatto trovare un punto di incontro tra Procura e avvocati. In particolare, sarebbe stata evitata la troppa vicinanza per i giorni dell’esame e del controesame, così da consentire agli avvocati di poter studiare i verbali sui pentiti.