Dopo il matrimonio ridotta in schiavitù dal clan: quattro rinvii a giudizio
Il Gup distrettuale di Catanzaro ha disposto quattro rinvii a giudizio nell’ambito di un’indagine che vede quale vittima e parte offesa la testimone di giustizia Ewelyna Pytlarz, di origine polacca, moglie di Domenico Mancuso, fratello dei più noti boss di Limbadi Giuseppe Mancuso, alias “Pino Bandera”, e Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”.
Il provvedimento, emesso in accoglimento di una richiesta della Dda, riguarda il marito della donna, nonché la suocera, Giulia Tripodi, 82 anni, e Roberto Cuturello, 54enne di Limbadi, Antonio Agostino, 63enne di Nicotera.
I reati contestati sono di riduzione e mantenimento in schiavitù, maltrattamenti in famiglia e usura. In particolare, il primo dei reati, aggravato dalle modalità mafiose, viene contestato al marito e alla suocera della donna per averla costretta a vivere in condizioni insostenibili sempre in regime di stretto controllo e sorveglianza, picchiandola con pugni e calci.
Il reato di usura viene invece contestato a Cuturello e quello di favoreggiamento in usura ad Agostino.