Riunite le Segreterie di Cgil, Cisl e Uil a Lamezia: aperto confronto su situazione regionale
«In un momento di gravi difficoltà amplificate dall’emergenza sanitaria ed economica, come quello che la Calabria e l’intero Paese stanno vivendo, Cgil, Cisl e Uil vogliono insieme sottolineare l’esigenza di unità del mondo del lavoro nella riflessione e nella proposta». Con questa consapevolezza, si sono riunite questa mattina a Lamezia Terme, nella sede della Cisl, le Segretarie regionali confederali delle tre organizzazioni sindacali per affrontare i temi principali su cui richiamare l’attenzione della politica e dell’intera società calabrese, per un confronto indispensabile in una fase di rilancio in cui alle parole dovranno seguire i fatti.
L’analisi è partita dalla necessità che il Governo e la Giunta Regionale si confrontino con le parti sociali sull’utilizzo delle risorse del piano Next Generation EU, che non devono essere considerate sostitutive, ma aggiuntive rispetto ad altri investimenti già previsti. Si deve, infatti – è stato ribadito nell’incontro delle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil –, ragionare sulla base di un quadro d’insieme per predisporre un piano integrato di investimenti, che contempli sia le risorse del Recovery Fund sia le altre previste su base europea o nazionale. Un piano complessivo potrà evitare la frammentazione degli interventi e permetterà di affrontare finalmente in maniera organica la grande questione dello sviluppo della Calabria. Sarà fondamentale, inoltre, coordinare la spesa, monitorare il percorso e rispettare i tempi di realizzazione delle opere e di attuazione dei progetti per non correre il rischio di dover restituire i fondi stanziati.
Tra le emergenze, le Segreterie confederali regionali ne mettono in evidenza alcune che toccano i punti nevralgici del tema di una crescita che non può prescindere da un’infrastrutturazione che favorisca la mobilità, liberi la Calabria dall’isolamento, garantendo una maggiore sicurezza negli spostamenti e creando lavoro, perché l’apertura di cantieri vuol dire nuova occupazione. Sulla fascia jonica, la S.S. 106 deve essere assolutamente e rapidamente completata in tutto il suo tracciato, così come sono necessari investimenti per la realizzazione di una linea ferroviaria jonica moderna e veloce. E per il percorso Roma-Reggio Calabria, in una prospettiva di vero sviluppo non basta l’adattamento delle linee esistenti per una tecnologia già superata, ma bisogna prevedere l’Alta Velocità Larg, che fa viaggiare i passeggeri a 300 km/h, decongestionando gli aeroporti per una maggiore sostenibilità ambientale come già avviene in altri Paesi europei. Devono poi essere portati a termine i lavori sull’A2, a partire dai tratti perennemente in manutenzione, tra i più pericolosi d’Italia, sui quali ogni giorno migliaia di persone rischiano la vita. Un’attenzione specifica va rivolta al sistema portuale calabrese, a cominciare dal Porto di Gioia Tauro, che deve costituire un hub punto di riferimento per tutta l’area del Mediterraneo, puntando a una ZES che sia laboratorio di crescita e di sviluppo anche per i porti di Corigliano, Crotone, Vibo.
Non meno importante ai fini dello sviluppo è, per le Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, l’infrastrutturazione digitale, fondamentale per creare lavoro e favorire la formazione, in una regione in cui intere aree sono escluse o servite male dal collegamento alla rete.
Un capitolo a sé rappresentano, per le tre organizzazioni sindacali, la depurazione delle acque, con la salvaguardia e la valorizzazione di quella importantissima risorsa che è il mare, e la costruzione del ciclo dei rifiuti in tutto il territorio regionale. Questi, insieme alla prevenzione del dissesto idrogeologico, sono temi fondamentali per l’Unione Europea e per la salute e la sicurezza dei cittadini. La tutela dell’ambiente e del territorio rappresenta infatti, in tutti i suoi aspetti, un pilastro di ogni politica di crescita. Così come bisogna mettere in campo politiche in favore delle aree interne, che in Calabria contano oltre 300 Comuni, e dove risulta necessario contrastare abbandono e spopolamento, facendo diventare le stesse aree attrattive rispetto ad attenzioni produttive, in un mix di tradizione ed innovazione. Anche qui la programmazione è essenziale per un buon utilizzo delle risorse europee.
Il fronte dell’occupazione, del lavoro che non c’è e di quello che si perde, resta per la Calabria – sottolineano i sindacalisti – la questione delle questioni, come dimostra l’impietosa chiarezza dei dati forniti recentemente anche dai report delle sedi regionali di Bankitalia e Inps. Bisogna perciò sciogliere alcuni nodi che attendono da troppo tempo di essere affrontati, a cominciare – nel quadro di una riorganizzazione dei servizi – dalle assunzioni di nuovo personale nella Pubblica Amministrazione e dalla stabilizzazione di un precariato che in molti casi permette, in strutture sotto organico, che la PA stessa continui a funzionare per i cittadini. Bisogna aprire le procedure concorsuali e investire risorse, altrimenti sono impossibili il pur necessario ricambio generazionale e la piena efficienza dei servizi. “Per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation EU occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza”, come ha affermato il Presidente Draghi nell’aula del Senato, nelle dichiarazioni programmatiche. C’è bisogno al Sud di maggiore presenza dello Stato, di colmare le carenze nell’organico di tutte le strutture pubbliche. Lo Stato non può scappare via dal Meridione.
E nel privato c’è bisogno, nel Sud e in Calabria, di politiche attive del lavoro, non di assistenzialismo: i sussidi servono per superare le fasi difficili come l’attuale, ma in prospettiva non producono crescita e mortificano la dignità delle persone. Urgono la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, l’emersione del lavoro irregolare e una più spinta fiscalità di vantaggio che incentivi aziende nazionali e sovranazionali ad investire in Calabria. Anche su questi temi i sindacati confederali della Calabria attendono dal nuovo Governo risposte che non possono tardare.
Guardando alla Sanità, le Segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil Calabria sottolineano con forza che dopo la nomina del Commissario ad acta la situazione appare sostanzialmente congelata, a partire dal piano per i vaccini anti Covid, per guardare poi al personale e alle strutture. Lo stesso Commissario Longo ha lanciato un preoccupante grido d’allarme per l’impossibilità di dotare il suo ufficio del personale previsto dal Decreto Calabria, personale che avrebbe dovuto affluire dal Dipartimento Salute della Regione. Cgil, Cisl e Uil chiedono, perciò, un confronto immediato con il Prefetto Longo sui temi della tutela della salute dei cittadini, sulla riorganizzazione del sistema sanitario e sulle dotazioni organiche delle aziende sanitarie e ospedaliere. In tale contesto, chiedono al Commissario ad acta anche di fare chiarezza sulla vicenda del Sant’Anna Hospital di Catanzaro che, a fronte dell’insufficienza dei posti disponibili nelle strutture pubbliche, offre un servizio di eccellenza nel campo della cardiochirurgia e contribuisce all’abbattimento delle liste di attesa dei pazienti e alla diminuzione dei viaggi della speranza fuori dalla Calabria, facendo sì che la Regione, grazie alla convenzione con la struttura catanzarese, impieghi meno risorse rispetto a quelle necessarie per i ricoveri in altre regioni. Nel rispetto delle regole e al di là delle vicende giudiziarie che riguardano la precedente gestione del Sant’Anna, dunque, il Commissario faccia conoscere il suo pensiero riguardo a una vertenza che tocca il diritto alla salute dei cittadini e il posto di lavoro di un personale qualificato che conta circa trecento unità.