Italia 150: Stasi, tantissimi calabresi hanno dato la vita
"Sono tantissimi i calabresi che hanno dato la propria vita per uno Stato unito e indipendente". E' questo uno dei passaggi del discorso che il vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi, ha pronunciato durante la cerimonia per i 150 anni dell'Unita' d'Italia, svoltasi questa mattina in Consiglio regionale. "Quando Garibaldi - ha detto la vicepresidente della Giunta regionale - sbarcò a Melito di Porto Salvo, nel 1860, trovò un popolo fortemente motivato, che credeva nella sua battaglia per conquistare il Regno di Napoli e proprio qui, a Reggio Calabria, sconfisse i borbonici nonostante essi fossero dotati di un esercito numericamente molto superiore. Condizioni che si riproposero puntualmente durante la marcia verso Napoli, durante la quale trovò tantissimi patrioti pronti ad unirsi a lui. Emblematiche le battaglie di Soveria Mannelli e Lungro, episodi in cui i calabresi diedero una gloriosa prova del coraggio di cui sono dotati, per tradizione. Non a caso tra le regioni della penisola, la Calabria può vantare il maggior numero di volontari "prestati" all'impresa di Giuseppe Garibaldi". La dottoressa Stasi ha così proseguito: "Anche nel processo di creazione della nostra Nazione, quindi, la Calabria ha avuto un ruolo fondamentale in favore dell'Italia che fosse una, unita e indipendente. Una storia che si ripete: anche oggi, a distanza di 150 anni, nella stagione del Federalismo, il fuoco che arde nel cuore dei calabresi ne alimenta i cuori e la passione per ribadire il messaggio che rilanciamo da quest'Aula: l'Italia deve essere una, unita, coesa". La vicepresidente della Giunta ha poi sostenuto di non dimenticare "mai che, prima di ogni cosa, noi tutti siamo italiani, siamo tutti italiani. E non solo la Calabria, ma tutto il Mezzogiorno e' Italia, Italia vera. Siamo quegli italiani che lavorano quotidianamente per migliorare il territorio, per assicurare un futuro ai figli, per dare dignità a una Calabria sempre più baricentrica nell'Europa che guarda al Mediterraneo". La vice di Giuseppe Scopelliti ha sottolineato di provare "profondo dispiacere quando sentiamo che qualcuno storce il naso sentendo parlare dell'Italia unita. Proviamo profondo dispiacere, sia chiaro, per loro e non certo per noi. Per loro, che perdono una grande occasione per capire quanto siano fortunati a far parte di questa splendida Nazione. Siamo per il cambiamento, per le scelte coraggiose, spesso difficili ma sempre nel solo interesse dei calabresi. Questo momento storico e' importantissimo e gli echi si protrarranno per decenni: il ruolo della Regione e' fondamentale, nell'ottica di un Federalismo che, se ben interpretato, potrà unire ancora di più i territori, valorizzandone le risorse e le diversità in virtù di un'autonomia comunque mai avulsa dai principi di solidarietà. Troppo spesso il Federalismo viene inteso come uno spauracchio, un male da cui correre ai ripari". Significativo, poi, il passaggio sulla lotta alla 'ndrangheta che - per la Stasi - "costituisce per noi una priorità perché vogliamo liberare il territorio calabrese da questo condizionamento che limita il vivere quotidiano dei nostri concittadini. In questa nostra azione siamo sempre più incentivati dagli eccellenti risultati che la magistratura e le forze dell'ordine hanno fatto registrare in quest'ultimo periodo e cui va il nostro più sincero ringraziamento. Questi risultati ci spingono a pensare che l'annientamento della 'ndrangheta non e' impossibile se tutti insieme facciamo fronte comune e, nel rispetto dei ruoli, assumiamo atteggiamenti e comportamenti trasparenti per l'affermazione della legalità".