Materiale pedopornografico “spacciato” online tra l’Italia e l’estero: 119 perquisizioni e 3 arresti

Calabria Cronaca

La pedopornografia non ha età. A confermarlo è una nuova operazione, denominata "Canada 2.0", scattata su tutto il territorio nazionale che ha portato all’arresto di tre persone e al deferimento di altri 116 soggetti - di età compresa tra i tra i 18 e i 72 anni - che si scambiavano sui social video e foto di minori abusati, tra i quali anche neonati.

L'attività, iniziata più di un anno fa dalla Polizia Postale di Reggio Calabria sotto la direzione della Procura della Repubblica Distrettuale di Catanzaro - guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri e con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giancarlo Novelli - trova origine nelle segnalazioni di carattere internazionale recepite dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito del coordinamento svolto in tale materia.

I DETTAGLI

La vasta indagine è stata condotta su tutto il territorio nazionale nei confronti di svariati soggetti che utilizzavano social network per scambiare materiale, anche in ambito internazionale.

Raccapricciante quanto “spacciato” sui social che - secondo quanto rivelano gli inquirenti - riguardava minori abusati o vittima di violenze, la maggior parte dei quali in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.

Proprio dal web è partita dunque l’articolata indagine che, anche grazie alla precisione nella conduzione degli accertamenti informatici, ha consentito di dare una identità agli username utilizzati in rete dai 119 indagati, deferiti all’Autorità Giudiziaria e destinatari di altrettanti decreti di perquisizione personale, locale ed informatica emessi dal Sostituto Procuratore della Procura di Catanzaro, Saverio Sapia.

CONTROLLI IN TUTTA ITALIA

Grazie alla preziosa collaborazione degli altri Uffici territoriali della Postale, l’attività si è snodata in 16 diverse regioni e 60 province, con maggiore incidenza in Lombardia, Piemonte e Veneto, aree geografiche nelle quali risiedono quasi la metà dei soggetti attinti da provvedimenti.

In più di 80 casi, durante le perquisizioni informatiche condotte sui dispositivi in uso agli indagati, sono stati rinvenuti gli account utilizzati per le richieste di materiale illecito, consentendo agli operatori di isolare, in prima battuta, la presenza di circa 28 mila immagini e 8 mila video a carattere pedopornografico. Complessivamente sono stati sequestrati più di 230 dispositivi, tra cui cellulari, tablet, hard disk, pen drive, computer.

I TRE ARRESTI

In tre di questi casi, l'ingente quantitativo di media pedopornografici rinvenuti ha fatto scattare l'arresto in flagranza di reato dei responsabili, residenti nelle province di Imperia, Pistoia e Reggio Calabria.

Gli altri soggetti, denunciati a piede libero, abbracciano un’ampia forbice anagrafica, compresa tra i 18 e i 72 anni, circostanza che - secondo la Polizia - unita alla dislocazione in diversi contesti sociali, "mette in risalto l’assoluta trasversalità del fenomeno criminale, che ricomprende professionisti studenti, disoccupati, pensionati, impiegati privati e pubblici, compresi militari, un appartenente alle Forze di Polizia e una guardia particolare giurata".

Come in precedenti occasioni, anche in questo caso è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto dalle segnalazioni pervenute attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online, con enti esteri e associazioni non governative, gestite presso il Servizio Centrale dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, realizzando delle vere e proprie partnership fondamentali per un’efficace azione di contrasto agli abusi in danno di minori online.

Altrettanto fondamentale, accanto all’azione di contrasto al turpe fenomeno della pedopornografia, per la Polizia risulta essere l’attività di prevenzione e sensibilizzazione al corretto uso della rete posta in essere quotidianamente dalla Postale e delle Comunicazioni, specialmente nell’attuale periodo di limitazione del contatto fisico, che aumenta la propensione all’uso delle risorse tecnologiche da parte dei minori, così come della popolazione adulta.