Giannuzzi (Confartigianato): “Diritto alla salute riconosciuto anche ai calabresi?”
“Mentre i numeri dei contagi e dei decessi aumentano, la nostra terra cambia colore e diventa arancione, come se la situazione fosse meno grave rispetto alle settimane precedenti”. Da questo assunto parte la riflessione di Innocenza Giannuzzi, vicepresidentessa di Confartigianato Imprese Catanzaro, che parla di “un vero e proprio incubo” che attanaglia l’intera regione.
“Col ritorno all’arancione, tante imprese e tante attività dovrebbero essere contente, perché possono nuovamente lavorare. Ma non lo sono. Non lo sono perché la ripresa sarebbe dovuta partire da basi certe, mentre attualmente viviamo nell’incertezza più totale e nella consapevolezza che nulla vi è di risolto, non vi è un piano per combattere questa pandemia e molte scelte sembrano dettate dalla pura casualità” afferma ancora la Giannuzzi, ribadendo che “un colore non muta il rischio” e che con tutti i problemi documentati – ambulanze in fila, ospedali al collasso, operatori stremati, vaccini non disponibili e somministrati alla leggera – il rischio è ancora molto alto.
“Dove sono le nuove terapie intensive promesse? Dov’è il piano-Covid? Abbiamo numerosi esempi di Stati che hanno gestito in maniera corretta questa pandemia, perché continuiamo a usare i paraocchi e abbiamo consentito che il tracciamento saltasse?” continua l’esponente di Confartigianato, che conclude chiedendosi: “La Costituzione sancisce il diritto alla salute, ma siamo davvero sicuri che questo sia riconosciuto anche al popolo calabrese?”.