Emergenza Covid, Wwf: “La ricetta di Spirlì è la caccia e la pesca sportiva”
“In una Calabria disastrata, il nostro Governatore trova le misure efficaci per “la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019”, vale a dire: l’attività di caccia di selezione al cinghiale, l’addestramento dei cani e la pesca sportiva. E’ questo l’oggetto dell’ordinanza 26 del 14 aprile che reca la sua presidenziale firma del facente funzioni”. È quanto scrive WWF Calabria.
“Dopo ben quattro pagine fitte di richiami ai vari Decreti Legge e DPCM in materia di “proroghe dello stato di emergenza”, “contenimento e prevenzione dell’epidemia” e “per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus”, ecco arrivare la soluzione: consentire la caccia di selezione al cinghiale, l’addestramento dei cani e la pesca sportiva, anche al di fuori del proprio comune e persino dopo le ore 22. Cioè dopo l’inizio del coprifuoco che invece tutti i cittadini calabresi sono obbligati a rispettare”.
Per l’associazione la “scusa” sarebbe la “prevenzione dei danni all’agricoltura e dell’incolumità pubblica, dimenticando che anni e anni di continui ricorsi alle fucilate hanno giovato non agli agricoltori, ma solo a chi, per rimanere in tema culinario, si porta a casa cosciotti e costate. Quanto all’incolumità, alla Regione dovrebbero ricordare che in Calabria si sono verificati ben 9 incidenti mortali di caccia tra settembre 2019 e dicembre 2020”.
“Per fortuna però non sono mancati i saggi richiami alla prudenza, essendo la caccia permessa “solo in forma individuale”, da parte di erculei cacciatori in grado, magari dopo le 22,00 e quindi al buio, di caricarsi da soli un cinghiale e “di procedere alle operazioni necessarie all’eviscerazione”, in attesa che arrivi il veterinario per “i rispettivi controlli sanitari”. Non conosciamo il parere dell’Ordine dei professionisti chiamati in causa, ma auspichiamo un loro impegno straordinario, anche oltre il normale orario d’ufficio”.