Mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil. Segretari annunciato Piano per la ripartenza della Calabria
Chiedono maggiore attenzione alle problematiche che si registrano nell’area centrale della regione Cgil, Cil e Uil. È emerso nel corso della mobilitazione che si è tenuta a Catanzaro e alla quale hanno partecipato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.
Le organizzazioni sindacali hanno poi annunciato di voler presentare un piano per la ripartenza della Calabria. La data fissata è il I maggio quando, in occasione della festa dei lavoratori. Si tratta di un programma di lavoro con il quale i sindacati intendono “aprire una fase di confronto con tutti coloro che ci stanno a confrontarsi con noi, una base programmatica inclusiva e aperta ai contributi che arriveranno dal mondo delle associazioni, dai partiti di maggioranza e opposizione, dalle forze sociali e produttive”.
Alla base sanità, aree interne e mobilità, infrastrutture, reti energia e servizio idrico, ambiente e territorio, ciclo rifiuti e mercato del lavoro.
Nella tarda mattinata, una delegazione di dirigenti dei tre sindacati, e di lavoratori e lavoratrici impegnati nelle vertenze più calde (come quelle legate alla Casa di Cura Sant’Anna Hospital e al call center Abramo Customer, ma anche della legge 15 e degli ex lpu ed lsu) hanno incontrato il capo di gabinetto del prefetto Cucinotta, Vito Turco.
Al rappresentante dell’Ufficio territoriale del Governo hanno sottoposto la piattaforma programmatica elaborata unitariamente, affrontando i temi legati alle riforme (prima tra tutte quelle del settore Sanitario e della Pubblica amministrazione), con particolare attenzione alla questione dell’integrazione tra le aziende ospedaliera e ospedaliero universitaria “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”.
La delegazione si è soffermata a riflettere anche sui temi delle transizioni energetiche ed ecologiche con la riconversione delle aree industriali di Lamezia, Catanzaro, Vibo, Crotone nell’ottica della piena entrata in funzione della Zes. Al centro del confronto, ancora, il tema delle infrastrutture e delle bonifiche ambientali e l’impegno del prefetto di preparare una nota da indirizzare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Alla Regione Calabria per le rispettive competenze al fine di mettere in campo dei tavoli di concertazione e di sinergie istituzionali.
Tra i temi della piattaforma programmatica, quindi, spicca quello della sanità che proprio ieri – come ha sottolineato Sposato (Cgil) è stato al centro del dibattito del Consiglio regionale. “Dalla politica e dal commissario ci saremmo aspettati risposte e soluzioni che non sono arrivate – afferma Sposato -. Abbiamo 150 milioni di fondi Covid non spesi, i fondi del Decreto Calabria non spesi, c'è la possibilità di fare le assunzioni ma non sono state fatte. Al ministro Speranza il 3 maggio chiederemo alcune misure operative: una deroga ai commissari per i bilanci e gli atti aziendali, la sterilizzazione e l'azzeramento del debito, e personale qualificato da inviare nelle Asp per mettere a posto bilanci e atti aziendali e sbloccare le assunzioni”. E sulle questioni economiche aggiunge: “Parliamo del Recovery Plan ma senza un crono programma: vorremmo capire quali investimenti pubblici il governo intende mettere in campo, al momento non c'è nulla. Stiamo pensando a fare azioni unitarie per sensibilizzare su questi tempi e il Primo maggio presenteremo un Piano di ripartenza per la Calabria da offrire alla politica nazionale e regionale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese. “Quello di oggi è solo il primo di una serie di appuntamenti incentrati sulle nostre proposte programmatiche da mettere in campo, una piattaforma che si poggia su 8 punti, su cui vogliamo coinvolgere l’intero territorio dell’Area centrale – ha spiegato -. Vogliamo avviare una discussione sul rilancio di questa parte della Calabria ma non solo su temi contingenti, a partire dalla sanità: vogliamo parlare di prospettive. E per sviluppare questo contesto dobbiamo concentrarci sulle infrastrutture, non intese però solo come opere pubbliche. La rete digitale, quindi la digitalizzazione è il futuro e nello stesso lo strumento di contrasto allo spopolamento delle aree interne. A questo si aggiungono le tematiche green l’energia pulita, i porti come via del mare per i trasporti. Insomma – conclude Scalese – su questi temi dobbiamo fare fronte comune per affrontare le criticità ataviche non proclami ma con azioni che possono dare un futuro a questa realtà”.
Per il segretario generale della Cisl, Tonino Russo, il territorio dell’Area centrale della Calabria “vive un momento di assoluto abbandono sul piano degli interventi per la sanità, per le infrastrutture. Non vediamo segnali positivi nel Recovery Plan sia per quanto riguarda la linea ferroviaria che per quanto riguarda la Statale 106, non funziona l’area portuale, si continua a parlare dell'Alta velocità per collegare Salerno e Reggio, ma per noi la vera Alta velocità è collegare Reggio con Roma in sole 3 ore, e da quello che leggiamo non ci avviciniamo nemmeno minimamente a questi parametri. E allora – incalza Russo - siamo preoccupati. C’è anche il grande tema dell’occupazione, con un precariato che ormai è fuori controllo: bisogna dare dignità al lavoro. Alla politica diciamo di fermarsi e di non fare campagna elettorale, ma di sedersi con noi per trovare le migliori o soluzioni a questi problemi, perché in gioco c'è il futuro dei nostri giovani”.
“Abbiamo una piattaforma unitaria che renderemo pubblica il Primo maggio – anticipa il segretario generale della Uil, Santo Biondo - un programma di lavoro che non ha la presunzione di essere la verità assoluta ma vuole aprire una fase di confronto con tutti coloro che ci stanno a dialogare con Noi. Abbiamo una base programmatica inclusiva e aperta ai contributi che arriveranno dal mondo delle associazioni, dai partiti di maggioranza e opposizione, dalle forze sociali e produttive. Proseguiamo la mobilitazione perché siamo convinti che la Calabria sta affrontando questa fase di emergenza malamente e all'emergenza sanitaria si aggiunge quella economica, che già prima della pandemia contava 18 punti di Pil in meno rispetto al resto del Mezzogiorno e al Paese. Non siano soddisfatti del Piano nazionale di ripresa e resilienza: c'è un'attenzione che riguarda il resto del Mezzogiorno ma non la Calabria”. Bisogna ripartire dal confronto, quindi, chiamando in causa prima di tutto la politica che resta scollegata dai reali bisogni dei calabresi.