Basta morti sul lavoro: le proposte di Cgil, Cisl e Uil
Presenteranno una serie di iniziative di mobilitazione che verranno proposte anche Calabria all’insegna di un impegno comune: “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”. È l’annuncio dei segretari regionali di Fillea Cgil Simone Celebre, Filca Cisl Mauro Venulejo, Feneal Uil Maria Elena Senese e i Segretari generali regionali di Cgil Angelo Sposato, Cisl Tonino Russo, Uil Santo Biondo che hanno deciso di organizzare una conferenza stampa prevista per lunedì 17 maggio alle 9.30 al Grand Hotel Lamezia.
Saranno presenti anche i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) Maria Antonietta Moricca, Cataldo Vitale e Spasimina Papasidero, recentemente eletti dalle Segreterie regionali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, cui spetta il compito di rappresentare i lavoratori nei confronti delle imprese in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in tutta la regione.
“Ci sono troppi incidenti e troppi morti nei luoghi di lavoro - affermano i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo - il lavoro deve servire a riconoscere la dignità delle persone, non a togliere loro la vita. È assurdo che, in una regione come la Calabria, alla precarietà di gran parte dell’occupazione debba aggiungersi anche il rischio per la propria pelle e per il futuro di tante famiglie. Bisogna finalmente dire basta alla sequela di vite spezzate o compromesse cui continuiamo ad assistere”.
Ecco perché Cgil, Cisl e Uil ritengono necessario e urgente a livello nazionale “un Patto per la salute e la sicurezza da sottoscrivere insieme al Governo, alle istituzioni locali, alle Associazioni datoriali, coinvolgendo tutti i soggetti preposti alla ricerca, alle verifiche e ai controlli: un Patto che riconosca la salute e la sicurezza sul lavoro come una emergenza nazionale. È necessaria una strategia unitaria che agisca anche sul piano della formazione di lavoratori e datori di lavoro e interessi le scuole, per operare un vero e profondo cambiamento culturale perché, nelle priorità di ciascuno, ci sia al primo posto la vita delle persone che lavorano”, concludono.