Regione, la senatrice Granato contro la “nuova infornata di nomine” dei portaborse

Calabria Politica

“C’è di tutto nella nuova infornata di nomine nelle strutture dei consiglieri regionali calabresi, ancora in carica e operativi, almeno, in questa consuetudine di continuare ad ingrossare l’elenco dei portaborse” denuncia la senatrice Bianca Laura Granato, commentando negativamente la “pratica della nomina del portaborse” che sta proseguendo all’interno della Regione Calabria nonostante “la massima assise democraticamente eletta fosse stata sciolta” lo scorso 10 novembre.

“Quindi, non solo ci dobbiamo sorbire Spirlì come presidente facente funzioni, ma dobbiamo assistere a questo continuo sperpero di denaro pubblico con l’assunzione pro tempore di assessori e consiglieri comunali di ogni latitudine calabrese, di affini e consanguinei di personaggi politici di spicco portatori sani di consenso, ma anche chiacchierati parenti dal cognome pesante, di quelli che spuntano nelle inchieste della Direzione investigativa antimafia” afferma ancora la senatrice, lamentando una “pratica bipartisan” in vista dell’appuntamento elettorale.

“Poco importa se l’attività amministrativa è praticamente immobile e i nominati andranno ad essere pagati a riscaldare sedie inutilmente, in barba a quanti sono impegnati quotidianamente a combattere per la propria sopravvivenza a causa delle drammatiche conseguenze della pandemia diventata emergenza economica” ribadisce la Granato. “Quella stessa emergenza che ha messo in ginocchio e costretto alla chiusura di centinaia di attività di cui la politica, troppo impegnata nelle pratiche di autoconservazione, si è preoccupata poco e ad intermittenza”.

La stessa di auspica che “il Polo civico che sostiene la candidatura di Luigi De Magistris non accetti di ascoltare le sirene del Partito democratico e del Movimento Cinque stelle. In quel caso purtroppo si ritroverebbe a confluire in quel sistema di Partito unico che ha sempre gestito la Calabria – conclude – quindi anche la sua presenza nella competizione elettorale non avrebbe più senso”.