Metà ospiti della tendopoli col Reddito di cittadinanza, “pizzicati” 177 migranti

Reggio Calabria Cronaca

All’incirca metà degli ospiti della tendopoli di San Ferdinando, più o meno 250 extracomunitari, che avevano ottenuto il reddito di cittadinanza ma dei quali la maggioranza, quasi il 90 per cento, ovvero 177 in tutto, che non ne avrebbero avuto affatto diritto.

Un danno allo Stato di circa 140 mila euro, ma che avrebbe potuto raggiungere la cifra di oltre mezzo milione di euro se non fosse stato prima per l’intuito e poi per l’approfondito lavoro svolto dai carabinieri della stazione locale.

I militari hanno difatti denunciato alla Procura i 177 stranieri comunicandone i nominativi all’Istituto di previdenza, affinchè provveda ad interrompere il pagamento dell’Rdc.

L’indagine, chiamata in codice “Tentazione”, è partita dalla lite di uno straniero in un Caf di San Ferdinando, un dissidio che, per placare gli animi, aveva richiesto l’intervento dei militari.

Quest’ultimi, arrivati sul posto e comprese le ragioni dell’alterco, si erano però resi conto che, in quel caso, l’extracomunitario si lamentava per la mancata percezione del reddito di cittadinanza, facendo sorgere nei militari il sospetto che vi potessero essere molti più stranieri che potessero averlo ottenuto in modo irregolare.

I carabinieri di San Ferdinando hanno così richiesto il supporto dei loro colleghi del Nil, il nucleo ispettorato del lavoro che, tramite una specifica banca dati, hanno fornito l’elenco di tutti coloro che nel comune del reggino percepissero il beneficio.

Indagando si è così scoperto che circa la metà dei migranti domiciliati nella tendopoli, avesse presentato domanda per l’elargizione: a fronte dei 530 residenti e delle 250 domande presentate, un primo vaglio era già stato effettuato dall’Inps che aveva respinto 50 richieste.

Per cui 200 sono risultati gli effettivi percettori, dei quali ben 177 ritenuti in posizione irregolare, ovvero l’88%, che denunciati in stato di libertà alla Procura di Palmi, rischiano pene che possono arrivare anche fino ai sei anni di reclusione.

L’operazione di oggi si inquadra nel più ampio contesto delle attività di verifica già iniziate nel 2020 da parte dei Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e che, nelle operazioni denominate rispettivamente Jobless” (QUI) e Jobless 2” (QUI), hanno già deferito 87 persone, questa volta per la gran parte italiane, alcune collegate persino collegate alla criminalità organizzata della Piana.