Truffe: avvocati indagati a Catanzaro, 200 le cause sospette

Catanzaro Cronaca

Sono circa 200 le cause rispetto alle quali gli inquirenti ritengono di aver accertato la reati di falso e truffa da parte degli avvocati finiti al centro dell'inchiesta su presunti falsi mandati realizzati da legali del Foro di Catanzaro. Ma l'indagine potrebbe portare a risultati molto più significativi poiché sono al vaglio degli uomini della Sezione di pg della Polizia di Stato circa 5.000 cause intentate davanti al solo Giudice di pace di Chiaravalle (Cz), mentre ben 12.000 sono quelle ancora da esaminare che riguardano altri uffici giudiziari della zona, e precisamente quelli di Soverato e Davoli. Il tutto per un giro di presunti guadagni illeciti particolarmente lucroso, dal momento che per ciascuna delle cause del genere incriminato - relative al recupero di somme minime, comprese tra i 4 ed i 6 euro la volta - al legale impegnato viene liquidato un compenso di 500 euro. Lo si e' appreso oggi, nel corso della conferenza stampa indetta negli uffici della Polizia giudiziaria, dove il vice questore Roberto Coppola, che ha diretto le attività dei suoi uomini, ha fornito ulteriori dettagli in merito a questa prima tranche dell'inchiesta, che ha consentito al sostituto procuratore della Repubblica Simona Rossi, titolare del caso, di emettere un avviso di conclusione indagini a carico di 16 avvocati che operano tutti nella zona del Soveratese: 3 a Montepaone, 2 a Gagliato, 5 a Chiaravalle Centrale, 2 a Cardinale, 2 a Soverato, 1 a Satriano, e 1 a Catanzaro. Il procedimento giudiziario e' nato alcuni mesi fa a seguito dell'anomalo intasamento dell'attività dell'ufficio del giudice di pace di Chiaravalle, letteralmente sommerso da cause nelle quali l'Enel e' stata citata per ottenere il risarcimento delle somme spese dagli utenti a causa del mancato adeguamento dell'ente erogatore alla delibera del 1999 con la quale l'Autorità' per l'energia elettrica ed il gas ha imposto di fornire ai clienti un sistema per pagare la bolletta senza oneri aggiuntivi, e cioè senza commissioni postali o bancarie. Così, nelle cause in questione - relative agli anni 2008 e 2009 -, all'Enel e' stato chiesto ogni volta di risarcire l'utente dei pochi euro spesi per pagare le bollette, più interessi e spese legali, per un valore totale di circa 30 euro (una media di 6 euro all'anno). La cosa avveniva secondo una sorta di procedura standard, hanno evidenziato gli investigatori, con atti di citazione pressoché identici tra loro. Terminata la causa, all'avvocato veniva corrisposta una parcella di 500 euro. Sennonché', il numero particolarmente elevato delle controversie del genere, nonché l'interessamento dell'Enel alla vicenda che ha visto la società soccombere sistematicamente, ed in non pochi casi proporre appello al tribunale di Catanzaro con conseguente ingolfamento anche di quell'ufficio, ha insospettito gli investigatori che hanno cominciato a fare le prime verifiche. Gravi le anomalie che sono emerse dal momento che, secondo quanto spiegato dai poliziotti, e' stato appurato che in qualche caso per la medesima utenza, presso lo stesso ufficio giudiziario, vi era più di una citazione nei confronti dell'Enel, con mandato sottoscritto dallo stesso utente ma ad avvocati diversi. In altri casi alcuni legali hanno depositato due atti di citazione a nome dello stesso utente, autenticando come vere firme chiaramente fasulle o addirittura di soggetti deceduti anni prima. Alcuni dei ricorrenti, rintracciati e sentiti, hanno riconosciuto come vero uno solo dei diversi mandati a proprio nome, mentre altri ignoravano completamente l'esistenza della causa intentata a loro nome contro l'Enel. I 16 indagati, a questo punto, hanno venti giorni di tempo dedicati dalla legge all'espletamento di ogni attività ritenuta utile alla piena realizzazione del diritto di difesa, prima che la Procura proceda oltre. Le indagini intanto proseguono per le verifiche su altre cause sospette, intentate anche contro Telecom Italia e Italgas, nonché per gli accertamenti relativi a tutti gli altri soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda.