Vaccarizzo. Entra nel clou la Rassegna Costume Arbëreshë

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Dal consenso che ci si scambia prima di entrare in chiesa, passando dai momenti principali della cerimonia: il fidanzamento (con il triplice scambio delle fedi che rimanda alla Trinità, gli anelli vengono incrociati per tre volte prima dal celebrante e poi dai testimoni); l’incoronazione (a significare la regalità ed il martirio, la testimonianza); il bicchiere dal quale gli sposi bevono il vino infranto, ad indicare l’indissolubilità dell’unione. Nessuno berrà mai più da quel calice. E poi il valore dei canti della tradizione: la Danza di Isaia che sigilla il sacramento del matrimonio; l’inno dei martiri a ricordare il difficile compito al quale è chiamata la coppia; il giro intorno all’altare compiuto in senso antiorario per sottolineare il momento atemporale che ha significato anche nell’aldilà.

La 37esima edizione della Rassegna del Costume e della Cultura Arbëreshë è partita da qui, dal matrimonio greco-bizantino, ricco di significati, simboli e rimandi, patrimonio culturale che sopravvive nelle comunità italo-albanesi ed esperienza emozionale da promuovere.

Ospitato nella chiesa Santa Maria di Costantinopoli affacciata sulla piazza intitolata a Pasquale Scura, l’avvio dell’evento promosso dall’Amministrazione Comunale guidata da Antonio Pomillo e cofinanziato dalla Regione Calabria (PAC 2014/2020 azione 1 tipologia 1.2 - annualità 2019) è stato rappresentato dal convegno ad hoc con Papas Hagi Elia che ha illustrato i dettagli della ritualità e dei sacramenti. Con la prima tappa sono state realizzate le prime riprese del docu-film che al termine racchiuderà suggestioni, momenti e tappe. In principio Dio creò il cielo e la terra.

“I primi versetti del libro della Genesi, nonché l'incipit dell'intera Bibbia – ha spiegato il Papas - rappresentano l’inizio di una straordinaria storia d’amore, quella tra il Creatore e l’umanità che noi imitiamo nel sacramento del matrimonio. Quello greco bizantino, è carico di questi simboli, segni e significati, che accompagnano alla lettura di un sacramento che non si compie nel momento in cui si celebra, ma rappresenta l’inizio di un cammino. Il sacramento viene detto mistero, c’è sempre qualcosa che sfugge all’umana comprensione”.

LA DONNA ARBËRESHE

È, questo, il tema del workshop, secondo appuntamento e momento di approfondimento della Rassegna del Costume e della Cultura Arbëreshë che sarà ospitato dalle ore 16 di venerdì 11 giugno a Palazzo Marino. Dopo gli indirizzi di saluto del Primo Cittadino Antonio Pomillo e del direttore artistico Roberto Cannizzaro sarà presentata l’anteprima del progetto Il Costume arbëresh nel futuro a cura della fashion designer Cinzia Tiso. Il workshop sulla base del quale sarà realizzato poi il progetto poetico/teatrale, a cura di Pier Luigi Sposato, sarà incentrato sul ruolo della donna nella società arbëreshe. Ne seguirà un monologo che sarà interpretato da Vicky Macrì. Per l’occasione saranno presentati i prodotti enogastronomici della filiera arbëreshë. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione al numero 328.5690125.