Pnrr, Granato (Alternativa c’è) presenta interrogazione parlamentare
“Si scrive Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge grande beffa, o fregatura che dir si voglia, ai danni del Sud visto che solo 10 per cento del Recovery approderà a queste nostre latitudini e il resto andrà a rinvigorire l’economia già molto più florida della nostra, al Nord. Dalla promessa alla realtà c’è di mezzo la matematica: dovevano arrivare 145 miliardi di euro e si è passati a un Recovery-beffa da 13 miliardi. Un vero e proprio inganno svelato dal docente di Economia applicata dell’Università di Bari, Gianfranco Viesti. Ci piacerebbe tanto sapere cosa hanno da dire la ministra per il Sud e la Coesione, Mara Carfagna, e la sottosegretaria per il Sud Dalila Nesci, calabrese doc”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è).
“Come “L’Alternativa c’è” abbiamo presentato una interrogazione parlamentare in merito, ma ci aspetteremmo una sommossa popolare da parte di deputati e senatori eletti per rappresentare le istanze del Sud. Così come vorremmo vedere una pacifica invasione della piazza antistante Montecitorio da parte delle migliaia di amministratori locali che attaccano Governo e “Roma ladrona” per molto meno. Un sussulto d’orgoglio, questo forse aiuterebbe. Almeno a non subire in silenzio per l’ennesimo furto ai meridionali, prima di tutto di dignità”, ha scritto Granto.
“Come senatori di L’Alternativa c’è ci eravamo premurati di presentare una nostra risoluzione, emendamenti al cosiddetto “Decreto Fondone”, per poi vederci costretti a votare contro la risoluzione di maggioranza – afferma ancora Bianca Laura Granato -. Prima sono stati calpestati i usati dall'Unione Europea vale a dire la ripartizione delle risorse in rapporto alla popolazione, al reddito pro-capite e al tasso di disoccupazione, poi il Governo italiano di assegnare al Sud solo il 40 per cento (82 miliardi) che saranno assottigliati ulteriormente perché quella percentuale si riferisce non già al totale, ma ad una parte che in buona parte andranno finanziamenti già fatti con soldi nazionali”, ha proseguito la senatrice.
“Insomma, delle due l’una: o considerano assolutamente incapaci gli amministratori meridionali di progettare, costruire e realizzare opportunità di sviluppo per questi territori con le risorse europee (e in alcuni casi potrebbe anche essere); o vogliono mettere il Nord nelle condizioni di “comprare” il Mezzogiorno d’Italia pezzo dopo pezzo, come se fossero iniziati i saldi. Altro che misure per superare il divario tra Nord e Sud! Anche perché, e non ce lo dimentichiamo, parliamo di soldi a prestito che dovranno essere restituiti anche da chi non ne ha visto nemmeno l’ombra”, conclude Granato.