Grave intimidazione nell’area del Pollino: tagliate di netto 20 piante di ulivo
Venti piante di ulivo sono state tagliate da ignoti la scorsa notte in un’azienda agricola sita in agro di Spezzano Albanese. Ad essere stato colpito, per l’ennesima volta, è stato l’imprenditore Marco Fusca di Castrovillari.
Il gesto, immediatamente denunciato alle Forze dell’Ordine, ha destato vivo sconcerto e preoccupazione nelle Comunità di Castrovillari e Spezzano Albanese. Il sindaco Fernando Nociti, accompagnato dall’Assessore Muià, si è recato sul luogo del misfatto per portare solidarietà istituzionale e condannare la vile aggressione. Così come pure hanno fatto cittadini di Castrovillari, tra cui i rappresentanti dell’Associazione “Solidarietà e Partecipazione” di cui Marco Fusca fa parte.
“Le modalità del fatto appaiono di evidente stampo mafioso ed è stata una pena vedere tanti begli alberi di ulivo, già carichi di preziosi frutti, tagliati di netto e riversi al suolo”. Dichiara Ferdinando Laghi, Presidente Associazione “Solidarietà e Partecipazione”, che aggiunge: “Questo bruttissimo episodio ci deve anche far interrogare sulla deriva illegale a cui questi avvenimenti, che si ripetono, sembrano voler indirizzare il nostro territorio. E si parla di gesti analoghi le cui vittime sembra non abbiano avuto il coraggio di denunciare. Il contrasto alla illegalità, tanto più quando quest’ultima si palesa con queste sordide e preoccupanti modalità, è un elemento centrale per lo sviluppo di una Comunità, non soltanto dal punto di vista dei valori, ma anche sotto il profilo economico e della sicurezza sociale”.
“Un territorio che subisce in silenzio questi o analoghi scempi, - aggiunge Laghi - viene colpita non soltanto nelle persone che subiscono i danni degli attentati, ma anche a livello dei gangli vitali dell’intero tessuto sociale. Ecco dunque perchè, accanto all’azione delle Forze dell’Ordine, che non possono e non devono avere l’intero onere della difesa della legalità, attraverso la loro pur lodevole attività, deve scendere in campo la solidarietà sociale e istituzionale”.
“Per dare, da un lato un segnale di conforto e sostegno a chi la violenza ha subito, e dall’altro un segnale di stampo opposto a chi, con la violenza, pensa di poter raggiungere i propri loschi fini. Ecco dunque come un esecrabile gesto, può, con la partecipazione di tanti, diventare uno strumento di crescita democratica e sociale e ritorcersi, come un boomerang, contro i delinquenti che l’hanno compiuto”, conclude Ferdinando Laghi .