Cosenza, consegnati i premi giornalistici internazionali “Terre di Calabria”
È andato a Gina de Azvedo Marques (Brasile) il premio per il “Miglior articolo foto-giornalistico apparso sulla stampa estera” mentre a Isa Grassano il premio per il “Miglior articolo foto-giornalistico apparso sulla stampa italiana”.
Per la categoria “Miglior servizio radio-TV”, si sono invece aggiudicati il premio Hamid Masoumi Nejad (Iran) per la stampa estera e Bruno Gambacorta per la stampa italiana. Christina Hofferer (Austria) e Vincenzo Petraglia (Italia), infine, hanno vinto i due “Premi della Giuria”.
Sono i premiati della seconda edizione del “Premio giornalistico internazionale Terre di Calabria” la cui cerimonia si è svolta nel Salone Mancini della Camera di Commercio di Cosenza.
Istituito dalla Camera di Commercio di Cosenza nel 2017, il premio ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza di un territorio che ha sempre più bisogno di “essere raccontato” per le sue tradizioni e per le realtà produttive poco note al grande pubblico internazionale.
Questa seconda edizione ha visto confrontarsi oltre 30 candidati provenienti da Russia, Slovenia, Olanda, Spagna, Australia, Svizzera, Albania, Austria, Brasile, Romania e Inghilterra, oltre che dall’Italia, che hanno risposto all’avviso di partecipazione pubblicato nel 2019, cui è seguito un press tour di tre giorni durante il quale 15 giornalisti stranieri hanno raccolto spunti e suggestioni per articoli e video destinati ad importanti riviste e televisioni dei vari paesi di origine.
La cerimonia di premiazione, che doveva svolgersi in aprile 2020, è stata posticipata a settembre 2021 a causa della pandemia da Covid19 e si è potuta finalmente svolgere ieri sera, nel pieno rispetto delle norme di contenimento della pandemia.
“Il Premio Terre di Calabria è, innanzitutto, un premio al racconto delle altre verità – dichiara il Presidente Klaus Algieri -. Sono quelle verità fatte di bellezza, cultura, natura, eccellenza, che facilmente soccombono ad una narrativa troppo spesso concentrata, anche consapevolmente, sugli aspetti negativi, che pure esistono ma che non bastano, da soli, a descrivere la realtà. Si tratta di una semplificazione che alimenta un circolo vizioso e che finisce per distorcere la percezione che si ha della Calabria, soprattutto al di fuori dei suoi confini. Abbiamo il dovere di correggere e superare questa distorsione, ma per farlo occorre un richiamo forte alla responsabilità dei media, in primis, e poi di tutti noi, nel raccontare in modo diverso la nostra terra.”