Il turismo rurale per rilanciare il territorio del Reventino-Savuto
Si è svolto il 3 settembre, nella piazzetta del borgo di Savuto, il seminario sul tema “Per un turismo rurale slow nel territorio del Reventino-Savuto”, organizzato dall’Università Iuav di Venezia e dal Comune di Cleto, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Cosenza e moderato da Donata Marrazzo, giornalista del Sole 24 Ore.
Il vicesindaco del Comune di Cleto Giuseppe Filice ha richiamato l’impegno della sua Amministrazione nell’analisi conoscitiva e nelle proposte di recupero dei borghi di Cleto e Savuto, con il contributo dei docenti e degli studenti Iuav. Il vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Cosenza arch. Marcello Mazza ha sottolineato l’interesse dell’ordine a tutte le iniziative di valorizzazione del territorio del Lametino.
Sono seguite le relazioni del seminario. Ha parlato Mauro Francesco Minervino, docente di Antropologia culturale dell’ABA di Catanzaro, sulle potenzialità ma anche sulle criticità dei villaggi calabresi: un’identità intesa come retaggio del passato, i rischi dell’omologazione e di un turismo incontrollato. È necessario sentirsi ed essere comunità, vivendo dall’interno i processi decisionali e avendo cura del proprio territorio.
È intervenuto poi l’arch. Pierluigi Grandinetti, docente di Composizione architettonica dell’Università Iuav di Venezia, che ha richiamato l’impegno dello Iuav, dal 2016 in poi, nella conoscenza e nel recupero dei borghi del Reventino-Savuto. Ha avanzato quindi la proposta di attivare subito una rete a valenza turistica, al fine di promuovere lo sviluppo di un turismo rurale slow: un turismo sostenibile, esperienziale, attento ai valori paesaggistici, storico-culturali e gastronomici. Si tratta di partire dalle eccellenze già disponibili (siti di interesse naturalistico, storico e archeologico, strutture museali, attività agroalimentari, ricettive e di ristoro di qualità), rompendo la logica dell’assistenzialismo, secondo la quale nulla si può fare senza ingenti investimenti che, quando arrivano, non si riescono a spendere. Una logica che sta paralizzando ormai da decenni la Calabria. I paesi di questo territorio rurale hanno reagito con grande coraggio alla pandemia, innanzitutto riorganizzando e migliorando le proprie attività e poi rafforzando il senso di comunità. Hanno dimostrato cioè una maggiore resilienza rispetto alle comunità urbane. C’è una grande vivacità in questo territorio - produttiva, sociale e culturale - e una voglia di rinascita, come conferma la presenza al seminario di molti giovani e di numerose associazioni.
Ha parlato infine Guglielmo Minervino, collaboratore alla ricerca Iuav, sul tema “Nuove esperienze di antichi suoni, sapori, profumi”, illustrando alcune iniziative significative come quelle del “Cammino di San Francesco”, curato dall’Associazione “Escursionisti dell’Appennino Paolano”, e della valorizzazione dei prodotti del territorio, promossa dall’imprenditore Francesco Saliceti della “Degusteria Magnatum” di Longobardi.
Nel dibattito sono intervenuti: il parroco di Martirano don Antonio Stranges, che ha presentato il Museo della parrocchia; Alessio Bressi, direttore artistico dell’Associazione “Felici & Conflenti”, che ha parlato dell’esperienza del Festival; Mariano Marotta, che ha illustrato le iniziative delle associazioni di Conflenti, tra cui la “Via dei Magi”, nella valorizzazione del borgo di Conflenti superiore.
Ha concluso il seminario Rosanna Anele, presidente del Laboratorio di Urbanistica e Architettura, sottolineando la necessità - per rendere attrattivo questo territorio - di attivare una strategia di cooperazione tra le amministrazioni locali, le associazioni e gli operatori privati interessati, finalizzata a promuovere un’offerta turistica adeguata. Tutto ciò comporta lo sviluppo di una ricerca, già attivata dallo Iuav, a cui possono dare un contributo i professionisti locali, in uno spirito di multidisciplinarietà. Se le associazioni culturali continueranno a svolgere il ruolo di animatori e gli enti locali si attiveranno per sostenerle, la rinascita dei borghi in Calabria potrà costituire un’opportunità, per la Regione e per le comunità che li abitano, in grado di coniugare cultura, produzione agricola, turismo e qualità della vita.