XIII Settimana Nazionale della Cultura, mostra fotografica sull’acqua a Cirò Marina
Tutti noi riconosciamo l'importanza dell'acqua nella nostra vita quotidiana, nonostante a volte ci lasciamo ingannare dall'ovvietà della sua disponibilità. L'importanza di tale elemento naturale era in passato maggiormente percepita, tanto che esso è presente in gran parte delle antiche cosmogonie quale fonte di vita. È il caso ad esempio della dottrina cosmogonica greca, in cui l'acqua viene individuata come l'elemento primigenio dell'universo (si veda Omero, Esiodo, Platone, Talete). Ma non solo. L'acqua è simbolo di fertilità, di purezza, elemento salvifico e curativo, ma al tempo stesso è anche elemento di rovina e perdizione (Teti V. (a cura di), Storia dell'acqua. Mondi materiali e universi simbolici; Donzelli editore; Roma 2003).
Da questa ricchezza di simbologie ed allegorie probabilmente si è formato un mondo fantasioso abitato di esseri divini, miti, mitologie e luoghi sacri che di volta in volta personificano gli aspetti specifici di questo elemento e la sua centralità nella vita dell'uomo. Per gli antichi Egizi vi erano ad esempio Sobek (dio coccodrillo del Fayum connesso alle acque ed alla fertilità), Hapi (divinità rappresentante lo spirito e l'essenza dinamica del fiume Nilo), per i greci il più antico dio dell'acqua è Oceano (figlio di Gea e di Urano) anche se il meglio noto resta Poseidone (figlio di Crono e fratello di Zeus e Ade) con il corrispettivo Nettuno nella mitologia romana, tutte divinità cui erano dedicati templi, luoghi di culto e città. Un posto minore nell'Olimpo delle divinità romane era occupato anche da Fons, dio protettore delle fonti e delle sorgenti, figlio di Giano e della Ninfa Giuturna. La sua festa, detta Fontinalia, era quella delle acque sorgive e si celebrava il 13 ottobre, giorno in cui si gettavano fiori nelle sorgenti e si inghirlandavano i pozzi.
La mostra intende raffigurare, attraverso l'ausilio fotografico e adeguati pannelli esplicativi, la valenza dell'acqua partendo dal mito antico per arrivare fino ai tempi a noi più vicini.
I “luoghi” antichi in cui si rispecchia il culto dell'acqua nel nostro territorio non sono in verità molti, e ciò tuttavia non è da imputare tanto alla reale assenza del culto dell'acqua quanto piuttosto alla nostra scarsa conoscenza di un territorio che probabilmente ha ancora molto da dirci.
Tanto è vero che, fortuitamente, negli Anni '90, venne alla luce al Bivio dell'Alice, il tempietto di Demetra: nella mitologia greca dea del grano e dell'agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, dunque strettamente legata alla fertilità e al culto dell'acqua in quanto fonte di vita. E non è un caso che la località in cui è stato rinvenuto tale luogo di culto sia noto da secoli per la presenza della Fonte dell'Alice o della Lice (G. F. Pugliese, Descrizione ed istorica narrazione dell'Origine e Vicende Politico-Economiche di Cirò in provincia di Calabria Ultra, Napoli Stamperia del Fibreno 1849, Vol. I, pag. 42).
La corrispondenza del luogo e della presenza dell'acqua induce facilmente a pensare ad una continuità del culto dell'acqua in questa zona; motivo per il quale si è ritenuto di mettere l'uno di fronte all'altro, all'inizio del percorso espositivo, i pannelli che illustrano queste due tematiche: il culto dell'acqua e il tempio di Demetra e la Sorgente dell'Alice.
Ad un solo “luogo antico”, fa eco invece la testimonianza di più “luoghi moderni”, ai quali sono dedicati tutti gli altri pannelli.
Nei luoghi moderni l'acqua perde la sua sacralità rituale per assumere invece una più spiccata valenza sociale.
Le fontane ricordano uno spazio sociale oggi sparito. Le funzioni delle fontane erano:
- portare l'acqua da bere alla popolazione;
- portare l'acqua negli abbeveratoi per gli animali;
- portare l'acqua per il bucato.
Le fontane rustiche non hanno grande decorazione, sono funzionali, servono a preservare la purezza dell'acqua per gli abitanti e portarla il più vicino alle case.
Probabilmente il più antico tipo di fontana è quello sistemato sul posto dove sgorga una sorgente: all'entrata di un paese (come la fontana dell'Alice). Un muro è costruito attorno alla sorgente, sul fondo alcune lastre di pietra permettono di mantenere un'acqua pulita, senza terra. L'acqua è condotta da un coppo, oppure da un tubo o da canalizzazioni. Nella vasca possono bere gli animali, e il troppopieno dell'abbeveratoio serve come lavatoio.
Le fontane possono avere anche funzione decorativa di abbellimento e indicare uno “status”: è il caso della Fontana più nota del nostro territorio, la Fontana del Principe, ciò che resta di un sistema idrico che si riforniva dalla Fonte dell'Alice e che adornava il parco dell'attuale Castello Sabatini. A tale Fontana sarà dedicato l'intero pannello sulla parete di sinistra della sala, di fronte alla quale saranno esposte le foto di altre strutture sorgive legate all'area del Castello.
I restanti due luoghi espositivi accoglieranno le foto di pozzi, sorgenti ed un acquedotto sparsi nel territorio dell'attuale Cirò Marina, la maggior parte dei quali sono da attribuirsi alla presenza dei casini di campagna delle famiglie che da Cirò iniziarono a stanziarsi nella “marina” fin dalla fine del '700 e poi, con maggiore frequenza, nel corso dell' '800.
Il tutto sarà corredato da una foto area del territorio, posta nella zona centrale della sala, in cui saranno localizzati topograficamente i luoghi illustrati in modo tale da renderne più immediata la comprensione e la collocazione.
Nei giorni 15-16-17 aprile 2011, sempre nell'ambito delle attività per la Settimana della Cultura, il Nucleo Subacqueo dei Gruppi Archeologici d'Italia , avvalendosi della struttura del Gruppo Archeologico Subacqueo “Le Castella”, effettuerà una serie d'immersioni, attività previste e autorizzate dalla competente Soprintendenza, tendenti a documentare lo stato attuale di conservazione del relitto della Regia Torpediniera Lince, ma anche e soprattutto tese a verificare tutta una serie di segnalazioni di siti d'interesse sommersi, in particolare nella zona antistante Madonna di Mare.
All’evento collaboreranno i ragazzi e gli educatori della Comunità C.A.S.T. (Centro Attività sulle Tossicodependenze) di Cirò Marina. L’Associzione C.A.S.T. è impegnata da circa quindici anni in un’importante attività di prevenzione e di recupero sui fenomeni dell’emarginazione e della devianza; ospita ragazzi da tutta Italia, è ente ausiliario della Regione Calabria ed aderisce alla Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche.