Giustizia: Cisterna (Dna), magistratura faccia conti con proprio correntismo
Il procuratore nazionale aggiunto della Direzione nazionale antimafia Alberto Cisterna ha incontrato stamattina gli studenti del liceo classico Campanella di Reggio Calabria. L’incontro rientra in un protocollo d’intesa tra il Coordinamento Nazionale Antimafia Riferimenti e il Consiglio regionale per la promozione della cultura della legalità nelle 5 province calabresi. Il procuratore è intervenuto sullo scontro sui temi della giustizia “Saranno momenti difficili però la magistratura deve fare i conti al proprio interno, con il proprio correntismo e con il clientelismo che questo correntismo ha generato”. “Se non saremo credibili al nostro interno -ha proseguito - non lo saremo neanche all'esterno”. Secondo il procuratore “la politica approfitta anche di una debolezza intrinseca della magistratura italiana, che è fortemente corrosa da fenomeni correntizi, da nomine e spartizioni da prima Repubblica”. Alberto Cisterna ha poi sottolineato, parlando della riforma della giustizia, che “l'autonomia e l'indipendenza sono due limiti invalicabili. Che nessuno pensi seriamente di metter mano a una riforma che voglia intaccarli. Ci perderebbero tutti -ha affermato- anche la politica perché una magistratura non indipendente e non autonoma non realizza gli interessi di nessuno, neanche della politica”. Cisterna ha commentato la polemica alimentata dalla proposta del sottosegretario leghista Roberto Castelli di escludere le ditte calabresi dagli appalti dell'Expo 2015: “Come diceva Hegel di notte tutte le vacche sono grigie. A noi piace la luce, sono sicuro che piace anche al sottosegretario Castelli e vedrà, alla luce, che non tutti i calabresi sono 'ndranghetisti, la stragrande maggioranza rende ricco e prosperoso il nord. Bisogna uscire dalla notte e guardare le vacche alla luce distinguendole con il loro colore”. “C'e' bisogno -ha aggiunto il magistrato- di guardare come le mafie si sono strutturate al nord e sradicarle una per una. Non si può colpire i calabresi, ma credo che Castelli non volesse dire questo. Era evidentemente una provocazione, e' troppo intelligente -ha concluso- per pensare davvero una cosa del genere”.