Accoglienza Immigrati: Arci Calabria disponibile ad attivare rete di circoli
La Calabria in questi ultimi anni si è distinta come terra della solidarietà e dell’accoglienza. Ha istituito recentemente un’apposita legge sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati legata allo sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali che hanno così sperimentato percorsi di accoglienza facendo vivere momenti di speranza e reali occasioni di integrazione sociale ed economica a diverse centinaia di migranti che hanno vissuto e ancora vivono nella nostra regione.
L’Arci Calabria – si legge in una nota diffusa dal Presidente dell’Arci Calabria Gennaro Di Cello - chiede al Governatore della Calabria Scopelliti di avviare un momento di riflessione e di confronto sul modello e sulle forme di accoglienza dei migranti provenienti dal nord Africa ed in arrivo in Calabria nei prossimi mesi. L'Arci propone un modello di accoglienza alternativo e sostenibile a quello che prevede invece l’allestimento di tendopoli o l’utilizzo di ex strutture sanitarie, edifici fuori scala e non previsti dalle attuali leggi nazionali.
Esprimiamo perplessità su un’idea di accoglienza che replicherebbe in “piccoli microcosmi” tante Lampedusa italiane, come si stanno costruendo in giro per l’Italia. Si tratta a nostro modo di vedere di un modello di accoglienza che la situazione straordinaria di “emergenza” non giustifica in quanto rischia di cancellare diritti e principi costituzionali, sanciti anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esprimiamo quindi dubbi sull'istituzione di “CIE last minute”, essendo l'esperienza dei CIE (centri di identificazione ed espulsione) molto controversa nel nostro paese come emerge dalle varie denunce che si sono susseguite negli anni (Corte dei Conti, Medici Senza Frontiere, Amnesty International). Si veda per esempio quanto sta succedendo a Manduria, in cui il centro di accoglienza ed espulsione che si è predisposto ha avuto un impatto molto negativo sul territorio diffondendo paura e tensione presso la comunità locale e facendo crescere l’insofferenza con il rischio di far degenerare la situazione con episodi di intolleranza.
L’ARCI Calabria di concerto con l’ARCI Nazionale propone un piano di “accoglienza diffusa”, per piccoli gruppi, sul territorio con un ruolo centrale degli enti locali e della Regione Calabria e con la fattiva collaborazione delle organizzazioni sociali del terzo settore calabrese, in modo da garantire interventi di informazione, tutela legale, accompagnamento, assistenza e integrazione, con un ruolo attivo della componente “sociale” in grado di seguire e sostenere l’inserimento nel territorio. Tale modalità di accoglienza integrata è già ampiamente utilizzata e sperimentata in Calabria nei progetti aderenti al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Questa modalità consentirebbe - con le disposizioni previste dalla direttiva europea, tra le quali la protezione temporanea, prevista dal Testo Unico sull’immigrazione e dalla Direttiva Europea n. 55 del 2001 - una ripartizione di responsabilità con gli altri Paesi dell’Unione Europea, e soprattutto un impatto sociale positivo e diffuso su tutto il territorio calabrese e nazionale.
L’ARCI Calabria ha già attivato la sua rete di circoli territoriali, perché collaborino con i rispettivi enti locali nella promozione di forme di accoglienza diffuse. Vogliamo riconoscerci in un paese che non neghi la certezza del diritto agli ultimi, a chi necessita di forme attive di solidarietà per ragioni politiche ed umanitarie, e si attivi per costruire momenti di sviluppo sociale, economico e culturale per tutti.