La zampogna protagonista nel concerto dell’Orchestra filarmonica della Calabria
La tradizione è, anche, avanguardia. Ed è così che la zampogna diventa protagonista: dalle cover di Battiato alla tradizione classica, il 18 novembre alle ore 21 al teatro Politeama “Mario Foglietti” di Catanzaro sarà la musica tradizionale - i suoi strumenti, come zampogna e pipita, le sue reinvenzioni e riscoperte, come la “sordellina” - al centro del concerto dell’Orchestra filarmonica della Calabria diretta dal maestro Giovanni Pompeo per raccontare quella parte di Calabria che palpita di vita, che va fiera della sua arte, che allestisce un palco, alza il sipario e si mette in scena. Una manifestazione che vede la direzione artistica del maestro Danilo Gatto che rientra nel progetto “Sulle orme di Alan Lomax”, finanziato dal Ministero dei Beni culturali, con il Comune di Caulonia capofila e la Fondazione Politeama di Catanzaro partner.
I personaggi, quindi, sono la zampogna e l’Orchestra del conservatorio “Tchaikovsky” di Nocera Terinese (Cz): è la musica popolare che torna alla ribalta, dimostrando che non è solo terreno di studi musicologici, antropologici, e insomma una vasta e più o meno interessante antologia del “come eravamo”, ma è una radica creativa ancora capace di produrre musica nuova, e quindi contaminazione, sperimentazione, avanguardia. In una parola: futuro.
La serata di giovedì prevede una delle tante produzioni originali di un festival “orientato”, e che si muove fuori dai sentieri battuti. Le note della zampogna a chiave spezzeranno il silenzio della platea per introdurre i virtuosismi di Haendel e della sua pastorale (piva) tratta dal “Messiah”. L’arrangiamento porta la firma di Danilo Gatto e Carlo Frascà e mette in scena lo spettacolo, perfettamente in tema, pur sembrando così improbabile, dell’opera classica cantata dalla voce del popolo.
Seguiranno brani composti tra il Sei e il Settecento ed eseguiti dalla “sordellina”, una cornamusa polifonica cromatica con 40 chiavi tipica delle corti napoletane del Rinascimento, da qualche anno magistralmente ricostruita da Marco Tommasi secondo la testimonianza di tre quadri d’epoca che la raffigurano. Liutaio e musicista per ispirazione, Marco Tommasi eseguirà insieme a Mombel alcuni pezzi recuperati dall’archivio della memoria popolare attraverso i toni e i ritmi che raccontano il Grande Sud. E c’è da notare che, al di là delle divisioni anacronistiche, tra musica popolare e musica colta esiste un continuum durato secoli: un continuo scambio di spunti, idee, sonorità, che non cessa neppure oggi.
Durante la seconda parte della serata, Danilo Gatto sarà sapiente interprete della “Sonata Streuza”, pezzo degli storici Re Niliu (Gatto è stato protagonista della ricerca e della contaminazione tra popolare ed etnico, prima coi Re Nilui, poi coi Phaleg). Tra le varie riletture proposte, notevole la versione folk di Stranizza d’amuri di Franco Battiato, che è anche una delle chiavi di lettura del discorso portato avanti dalla manifestazione: la musica popolare è stata riletta, riproposta da quella colta e dal pop, quindi la musica popolare è in grado di rileggere, riutilizzare, riproporre i brani classici e pop.