Archivi di Stato, Corrado: “situazione seriamente compromessa, se non disperata”
“In tutta Italia la situazione degli Archivi di Stato è oggi seriamente compromessa, se non disperata, come del resto quella delle Biblioteche nazionali, soprattutto a causa della drammatica carenza di personale ad ogni livello di responsabilità, e si moltiplicano, all’orizzonte del Ministero della Cultura (MiC), le ragioni di preoccupazione”. Lo afferma in una nota la Senatrice Margherita Corrado, Gruppo Misto – Commissione Cultura, che aggiunge: “ Lo stato di eccezione in cui versa l’intero comparto dei beni culturali, conseguenza delle ‘riforme Franceschini’, sembra infatti avere dato la stura ad ogni genere di aberrazione anche nel settore archivistico: dalle scelte anomale in tema di attribuzione degli incarichi dirigenziali fino alla ricerca di personale a tempo determinato fondata su requisiti incoerenti e discriminatori.”
“In Calabria, ad esempio, - prosegue Margherita Corrado - dal 1° novembre la direzione dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria (da cui dipendono anche le sezioni di Palmi e Locri) è stata conferita ad una funzionaria amministrativa di Area III F2: non una dirigente, dunque, e soprattutto non una archivista. Quanto alle rare opportunità di collaborazione professionale con il MiC-Direzione generale per gli Archivi, dal 15 novembre è possibile concorrere al bando per la ricerca di 150 archivisti esperti, destinati agli Archivi di Stato e alle Soprintendenze di settore in 19 regioni: una selezione non concorsuale che mortifica le aspettative delle migliaia di potenziali candidati prevedendo, tra i requisiti indispensabili, anche il possesso di partita IVA, richiesta inedita e incomprensibile per questo settore, proprio mentre svilisce, rendendolo opzionale da indispensabile qual era, fra i titoli di studio, quello rilasciato dalle Scuole degli Archivi. Lascia, inoltre, ampio spazio alla discrezionalità nella valutazione di ciascun aspirante all’incarico. “
“Con i colleghi senatori Angrisani, Granato e Lannutti – conclude la senatrice ho presentato - perciò, l’ennesima interrogazione al ministro Franceschini – ad oggi sono 120; appena 15 le risposte – per sapere se: “non ravveda la necessità e l’urgenza di bandire concorsi pubblici per tutte le posizioni lavorative previste dalla pianta organica del dicastero e concorsi interni trasparenti per i dipendenti che aspirino, legittimamente, a progressioni di carriera”. E ancora: “se non ritenga doveroso scusarsi, a nome del MiC, con tutti i potenziali aspiranti ai 150 incarichi di collaborazione con la Direzione generale per gli Archivi, perché mentre si richiede loro un requisito oggettivamente discriminatorio, nulla avendo a che fare il possesso della Partita IVA con i titoli e l’esperienza del candidato (ma molto con le sue possibilità economiche, sì che i più abbienti risultano favoriti), proprio in materia di competenze abbassa i requisiti minimi di partecipazione”.”