Vertenza Komunika, Slc Cgil: “Ancora nessun accordo sui licenziamenti”
“Si è conclusa nel peggiore dei modi la procedura di licenziamento collettivo aperta nel mese di Agosto dall'azienda Komunika srl”. È quanto dichiara in una nota la segreteria della Slc Cgil Calabria, a seguito dell’incontro svolto il 15 novembre scorso assieme alla Regione Calabria ed i vertici aziendali al fine di scongiurare il licenziamento dei 16 dipendenti.
“Esprimiamo tutta la nostra amarezza e disappunto di fronte alla decisione di un'azienda che, dopo aver sfruttato gli aiuti di stato, come la cassa integrazione covid, auspicavamo potesse dimostrare maggior attenzione rispetto al gravissimo dramma sociale che conseguirà dai licenziamenti” dichiarano ancora i sindacati. “Ciò che fa più male è il fatto che l'utilizzo del contratto di solidarietà, da noi più volte sollecitato, avrebbe permesso la messa in sicurezza del perimetro occupazionale almeno per i prossimi tre anni”.
“A nulla è valsa la disponibilità dei lavoratori a ridursi l'orario di lavoro pur di conservare il proprio posto: ancora una volta le logiche economiche hanno avuto la meglio sulla necessità dei lavoratori di lavorare per portare un pezzo di pane a casa” dichiarano ancora i sindacalisti. “Sono anni che lo diciamo e lo ribadiamo ancora con più fermezza: urge una riforma degli ammortizzatori sociali con regole di accesso e di utilizzo più stringenti che possano tagliare fuori tutti quegli imprenditori che utilizzano i soldi della collettività solo per trarne un vantaggio economico aumentando il proprio margine di profitto sulla pelle dei lavoratori puntualmente scaricati al primo vento di crisi”.
“Nel caso specifico della Komunika srl, non possiamo nascondere anche una certa preoccupazione per il futuro dei lavoratori superstiti che si vedranno costretti a lavorare in condizioni critiche, visto che il personale rimasto sarà, secondo le nostre valutazioni, fortemente sottodimensionato e inadeguato a gestire i carichi di lavoro” concludono. “Ma se la procedura può dirsi purtroppo conclusa, di sicuro non lo è la nostra lotta per tutelare i diritti dei lavoratori iscritti alla nostra organizzazione sindacale. I legali della Cgil sono infatti già all'opera per far valere le nostre ragioni nelle sedi più opportune”.