Omicidio Stradale, Abramo (Upi): “Aprire il confronto in caso di incidentalità”

Catanzaro Attualità
Sergio Abramo

“Ritengo doveroso condividere una mia riflessione sul reato di omicidio stradale nel caso di incidentalità”. Lo afferma in un comunicato Sergio Abramo, presidente della Provincia di Catanzaro e di Upi Calabria.

“È sempre più frequente la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo di funzionari e dirigenti a seguito di ogni tipo di incidente stradale. Ciò richiede che si imposti un ragionamento serio e che si valuti un intervento da parte dei soggetti istituzionali interessati alla problematica, vale a dire Anci, Ministero delle Infrastrutture e Parlamento” dichiara Abramo. “In particolare, occorre ragionare su una possibile revisione del compendio normativo per evitare che l’estremizzazione della disciplina codicistica penale induca, talvolta, a indagare funzionari e dipendenti di Comuni e Province spesso colpevoli solo di svolgere un determinato tipo di lavoro e di far parte di un settore piuttosto che di un altro”.

“Gli enti intermedi, negli anni drammaticamente ridimensionati dal punto di vista finanziario, sono necessari e di raccordo tra Comuni e Regioni. Sono Enti che, nonostante tutte le ristrettezze impostegli, riescono ancora a dare risposte alle comunità, ma spesso lo fanno soprattutto grazie all’impegno e ai sacrifici dell’esiguo personale in servizio” continua. “Si consideri, nello specifico, che le risorse assegnate alle Province per la gestione delle strade rasentano il ridicolo essendo pari a circa 1000 euro a chilometro a fronte di un’esigenza minima di almeno cinque volte superiore”.

“Il mio appello è rivolto a Upi, molto sensibile all’argomento in questione avendolo già attenzionato, Anci e ministero delle Infrastrutture che sono direttamente interessati al problema” conclude. “A breve sarà mia cura aprire un tavolo di confronto affinché il Parlamento possa valutare una revisione della normativa vigente, atta a evitare questa sostanziale estensione del principio di responsabilità oggettiva e personale”.