Evasione fiscale: imprenditore catanzarese rinviato a giudizio

Catanzaro Cronaca

Un imprenditore catanzarese, Giuseppe Boccuto, 44enne, legale rappresentante della Srl "Fratelli Boccuto" che svolge attività di somministrazione di carburanti, e' stato rinviato a giudizio oggi per presunte violazioni della normativa in materia e per un'evasione fiscale da circa 4 milioni di euro. A mandare l'uomo sotto processo, come richiesto in aula dal pubblico ministero Carlo Villani, e' stato il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro Abigail Mellace, che ha rinviato l'imputato a giudizio per il prossimo 25 luglio. L'inchiesta in cui Boccuto e' stato coinvolto risale al 2008 quando il pubblico ministero allora titolare del caso, Cristina Tettamanti, dispose il sequestro a carico della società di una gran quantità di materiale documentale, eseguito dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza (il tribunale del riesame, però, dopo pochi giorni restituì tutto all'indagato). Nel provvedimento si faceva esplicito riferimento alle "fatture di vendita gasolio settore motopesca", e poi anche ai "documenti attestanti gli avvenuti pagamenti delle predette forniture fittizie", di modo che fu subito chiaro che le ipotesi d'accusa facevano riferimento a presunte violazioni della normativa in tema di accise nel settore. Secondo le relative disposizioni, infatti, in quell'ambito l'acquisto di gasolio da parte delle cooperative avviene in regime fiscale agevolato, ma l'imputato, sempre stando alle accuse, avrebbe venduto carburante a soggetti indicati come cooperative che in realtà non lo erano. Una tesi accusatoria fortemente contrastata dalla difesa di Boccuto - affidata agli avvocati Valerio Murgano ed Eugenio Perrone - sia sul piano strettamente procedurale, poiché la Procura l'avrebbe costruita sulla base anche di atti inutilizzabili in quanto effettuati fuori dai termini, e sia nel merito perché, sempre secondo i legali dell'imprenditore, dopo anni di indagini non sarebbe emersa una sola prova utile a dimostrare che i soggetti cui la società erogò il carburante non avessero le qualità richieste dalla legge per accedere al regime agevolato. Tutte argomentazioni che dovranno adesso essere dimostrate in sede dibattimentale.