Investì maresciallo cc, assolto da accusa tentato omicidio

Catanzaro Cronaca

Non ha commesso il reato di tentato omicidio. E' quanto ha stabilito la Corte d'Appello di Catanzaro, in merito ai fatti contestati al giovane lametino Cristian Franceschi, confermando quanto aveva statuito la sentenza di primo grado del Tribunale di Lamezia Terme. Franceschi era stato tratto in arresto nell'agosto del 2007 perché, secondo gli inquirenti, aveva cercato di uccidere un maresciallo dei carabinieri investendolo con la propria autovettura. I fatti erano accaduti all'interno di uno spiazzo noto di un noto pub di San Pietro Lametino. Secondo l'accusa Franceschi, ubriaco ed in preda ai fumi dell'alcol, alla guida della propria automobile, aveva dapprima tentato di investire alcuni giovani con cui aveva avuto un acceso diverbio e poi aveva, per l'appunto, investito il Maresciallo che aveva cercato di imporgli l'alt. In seguito all'investimento, il militare era rimasto ferito ed era stato trasportato in ospedale. Contro tale ricostruzione si era scagliata la difesa di Franceschi, rappresentata dal penalista lametino Giancarlo Nicotera, il quale aveva da subito definito abnorme ed assolutamente difforme dall'effettiva realta' storica la ricostruzione operata dalla pubblica accusa. Secondo la difesa, invece, Franceschi non aveva cercato di uccidere nessuno ma, per mera colpa, aveva perso il controllo dell'auto finendo fortuitamente addosso al carabinieri. Tesi quest'ultima che era stata accolta dal Tribunale di Lamezia Terme, che infatti aveva assolto Franceschi dal reato di tentato omicidio, riconoscendolo colpevole del solo reato di lesioni colpose e condannandolo ad una multa. Contro tale sentenza aveva proposto appello il procuratore generale che riteneva invece sussistere il reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. La Corte di Appello di Catanzaro, accogliendo in pieno le tesi e le argomentazioni difensive, ha confermato la sentenza di primo grado assolvendo Franceschi dal reato di tentato omicidio aggravato condannandolo, invece, solo al pagamento di una multa di 300 euro per lesioni colpose.