Covid. Fadoi: in Calabria circa il 30% dei positivi è asintomatico e manda ospedali in tilt
Un nuovo allarme viene lanciato per la sanità calabrese a causa del Coronavirus. A diramarlo è la Survey della Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri che assistono oltre il 70% dei pazienti Covid, dalla quale si apprende che gli ospedali della nostra regione si trovano in tilt anche a causa di una quota tra il 20 e il 30% di pazienti positivi ma asintomatici e ricoverati per altre patologie.
Dunque si tratta di pazienti “Covid non Covid” che stanno pregiudicando l'assistenza e mettendo a rischio di contagio chi il Covid non ce l'ha, ma essendo ricoverato per altre patologie ha pur sempre un profilo di maggiore fragilità. Questo, per di più, grava sugli interventi chirurgici e di ricoveri programmati, compresi quelli oncologici.
Il dato emerge da un’indagine condotta a inizio settimana e che ha coinvolto 14 Regioni, pari a oltre il 70% della popolazione italiana e nella stessa situazione della Calabria si troverebbero anche Toscana, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Molise.
La Survey Fadoi conferma che i maggiori problemi questa quarta ondata causata dalla variante Omicron li sta creando nei reparti di Area Medica, che comprendono quelli di medicina interna, pneumologia, malattie infettive.
“I ricoverati ‘con’ proviamo a isolarli, ma se in una stanza ci sono più letti finiamo per non poterli più usare”, dichiara Dario Manfellotto, Presidente Fadoi, Manfellotto, che precisa: “L’impatto dei positivi asintomatici sui reparti è comunque devastante. Dobbiamo controllare periodicamente i ricoverati e chi resta una settimana affronta anche tre tamponi molecolari. Se risulta positivo, anche se del tutto asintomatico, e ha bisogno dell'assistenza ospedaliera perché per esempio ha una colica renale, deve essere isolato. Però bisogna anche valutare se nel suo caso sia vi siano i criteri per la terapia con i monoclonali. Se nell'ospedale c'è un reparto Covid, si trasferisce e in caso contrario va spostato in un altro ospedale che ne è dotato, se vi è la disponibilità”.
Dunque un quadro “di difficile gestione” che – sempre secondo quanto afferma la Survey Fadoi - nel 43% dei casi li stanno creando anche le sempre più numerose assenze di personale contagiato, “ancora gestibili” nel restante 57% dei nosocomi.
Dalla stessa indagine, inoltre, emerge un altro dato importante sui ricoverati con sintomi che -secondo quanto precisato - ha un’età compresa tra i 41 e i 60 anni e circa il 60% non è vaccinato e con un quadro clinico "di media gravità”.