Anno giudiziario, il ministro Cartabia in Calabria: “Rinnovamento guarda ai giovani”
“Per la prima volta un ministro sceglie questo distretto per inaugurare l’anno giudiziario, segno di grande sensibilità e attenzione al territorio”.
Con queste parole, il Presidente della Corte di appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis ha accolto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che per la consueta inaugurazione dell’anno giudiziario nelle Corti di appello ha scelto proprio il distretto calabrese.
“Ho accolto con piacere l’invito caloroso ad essere qui oggi, la prima volta come ha sottolineato il presidente Gerardis, perché penso che sia giusto che lo Stato, il Ministero, il Governo sia presente proprio laddove la giustizia attraversa le sfide più impegnative” ha sottolineato la Guardasigilli.
La prima volta a Reggio Calabria, ma per due anni di seguito, il ministro ha scelto proprio la Calabria per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, per esprimere e rinnovare da qui “una particolare vicinanza a questa terra che è splendida, ma che sappiamo essere attanagliata da un giogo che la grava, ma anche da un percorso virtuoso di riscatto nei confronti della ndrangheta e dal suo insidioso contagio criminale”.
Ripercorrendo i vari problemi sul fronte giustizia, la titolare del dicastero ha affrontato il tema dei vuoti di organico, soprattutto di personale amministrativo e di dirigenti che rendono più difficoltoso il lavoro di tutti, specialmente nel distretto calabrese.
“Conosco i numeri sulle scoperture (15% a Reggio Calabria), così come conosco il bisogno di rinforzi di magistrati, che si avverte in questo distretto impegnato – come quello di Catanzaro – anche in importanti processi contro la criminalità organizzata. I rinforzi arriveranno” ha tenuto a specificare.
Ma è riferendosi ai giovani, alle nuove generazioni che la ministra Cartabia ha posto l’accento sul rinnovamento futuro, sia sull’innovazione che saranno in grado di portare i nuovi addetti all’ufficio per il processo che dal 24 febbraio entreranno negli uffici giudiziari, che sui ragazzi che in terra calabra “hanno trovato il loro percorso di studi o la loro occupazione lavorativa, magari dopo anni di sbandamento di smarrimento”.
Sui primi, sono 208 gli addetti Upp previsti per il distretto di Reggio Calabria che affiancheranno i giudici nel loro percorso.
Relativamente ai secondi, la Guardasigilli che nella serata di ieri ha avuto modo di incontrare alcuni giovani reggini, radunati in un immobile confiscato alla criminalità organizzata seguiti da una associazione che si propone di accompagnarli nel percorso della ricerca della propria strada nel mondo, ha tenuto a specificare di ver visto giovani “che stanno realizzando i loro sogni professionali, che hanno trovato il loro percorso di studi o la loro occupazione lavorativa, volti sorridenti”.
“Ragazzi che – ha puntualizzato - sanno farsi compagnia e sanno trasmettersi il gusto di restituire agli altri il tanto che hanno ricevuto. Giovani coppie con i loro figli che si affacciano ora nel mondo: tocca a noi preparare le condizioni per un futuro che possano essere una vera possibilità per loro”.
“In mezzo a questi giovani, si respira il ‘fresco profumo della libertà” ha poi aggiunto ricordando le parole di Paolo Borsellino “questi ragazzi sono il primo baluardo contro l’illegalità e la malavita, perché hanno scoperto un’alternativa ben più affascinante e convincente dei modelli oppressivi imposti dalla ‘ndrangheta”
Per la Cartabia questa “è la più grande opera di prevenzione: intercettare le inquietudini dei giovani e accompagnarli nella ricerca del loro posto nel mondo significa strapparli dalla rete della criminalità organizzata, indebolendone la presa sul territorio”.
Giovani che, ha precisato il ministro, sono i veri destinatari del piano di ripresa del Paese in atto, che è appunto il Next Generation Ue.
“Insieme alle indispensabili indagini, ai presidi di sicurezza, insieme alle necessarie risposte di giustizia dei processi, insieme all’accertamento delle responsabilità per i crimini e ai ristori per le vittime, non si interrompa mai – per un radicale ed effettivo contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata – quel lento, delicato ma fondamentale lavoro di semina di una cultura diversa che passa attraverso la formazione dei giovani, vero argine alla malattia della corruzione, del sotterfugio e del sopruso”, ha concluso Cartabia.