Unire le forze per aiutare chi denuncia il racket: è l’intento del progetto Mani Libere

Reggio Calabria Attualità
Incontro alla Prefettura di Reggio Calabria

“È difficile cambiare la mentalità, ma oggi qualcosa si sta muovendo”. Così il Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani accogliendo nell’ufficio territoriale del governo una delegazione dello staff del progetto sostenuto dal Ministro dell’Interno attraverso il PON Legalità “Mani Libere in Calabria”.

Alla presenza anche della Capo Ufficio dell’Ordine e Sicurezza Pubblica e Tutela della Legalità Territoriale Eugenia Salvo, la coordinatrice regionale Maria Teresa Morano, il presidente dell’Associazione Antiracket Apica di Polistena Salvatore Auddino e la presidente dell’Associazione Antiracket Acipac di Cittanova Paola Raso, hanno illustrato i servizi offerti dalla rete calabrese di sportelli antiracket e antiusura attivi a Lamezia Terme, Cosenza, Polistena e lo sportello ambulante in grado di raggiungere tutto il territorio calabrese, destinati agli imprenditori vittime dei reati estorsivi e usurari.

Un sostegno gratuito che si avvale del supporto dei soci delle associazioni antiracket e delle consulenze tecniche di avvocati, commercialisti e psicologi: per ricevere assistenza, inviare richieste di aiuto o segnalazioni è sufficiente rivolgersi al numero 329.0566908 o inviare una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

Il Prefetto Mariani ha confermato e rinnovato l’impegno accanto alle associazioni antiracket operanti sul territorio metropolitano, rimarcando l’importanza di un’alleanza con le istituzioni per arginare il tentativo di penetrazione e condizionamento mafioso dell’economia e nella società civile.

“Quello della piana di Reggio Calabria, in particolare, non è un territorio facile – è stato osservato nell’incontro – bisogna pertanto agire sinergicamente e capillarmente coinvolgendo anche la politica” e facendo appello a tutti i cittadini affinché collaborino con lo Stato e denuncino ogni tentativo di avvicinamento delle consorterie criminali che, in questa delicata fase sanitaria ed economica, stanno cercando di accrescere il proprio potere criminale.

Unire le forze in campo, dunque, è l’impegno reciproco preso oggi per escludere il più possibile la marginalizzazione degli operatori economici in difficoltà, terreno fertile per la ‘ndrangheta.