Costi produzione alle stelle, Cia: “Agricoltori pronti ad incrociare le braccia”
È mobilitazione in Calabria dove la Cia, a causa del caro bollette e l’aumento dei prezzi delle materie prime, ha deciso di lanciare una raccolta firme.
Cia-agricoltori italiani, lancia un grido di allarme e chiede “nuove e più incisive misure per attenuare l’impatto del caro energia su famiglie e imprese con le più piccole a rischio chiusura totale”, ha affermato Nicodemo Podella, presidente regionale Cia.
“Servono non solo sgravi per le utenze domestiche, ma vanno anche annullate da subito le aliquote relative agli oneri generali di sistema, applicate anche alle utenze non domestiche per altri usi, con potenza disponibile fino a 50 kW, e in sistema trifase. Occorrono più risorse e misure incisive, anche a contrasto dei rischi speculativi”.
“Il Governo scongiuri anche i rincari al dettaglio che la filiera non potrebbe in alcun modo sopportare. Chiediamo sostegno alle forze politiche, sindacali e sociali calabresi per questa nostra battaglia, ma soprattutto chiediamo sostegno ai consumatori perché inevitabilmente gli agricoltori che sopravviveranno alla catastrofe saranno costretti a scaricare su di essi l’aumento dei costi di produzione”.
“Il Governo metta in campo urgentemente misure che tengano conto anche delle esigenze specifiche del mondo agricolo e zootecnico, agrituristico e florovivaistico con molte colture invernali in serra, stalle e strutture, la cui anche minima sussistenza sta facendo lievitare i costi di produzione ormai superiore al 50%. Diversamente la “tempesta energetica” comprometterà semine e produzioni importanti, metterà a repentaglio la catena del valore nelle filiere agroalimentari, patrimonio nazionale da 550 miliardi di euro”, scrive l’associazione.
“In tutta Italia non c’è settore al riparo, da mesi registriamo rincari su concimi, mangimi, antiparassitari, gasolio ed energia. Le piccole e medie imprese, secondo dati Eurostat, stanno pagando l’energia elettrica il 75,6% in più e il gas addirittura il 133,5% in più delle grandi. La semina e, quindi, la produzione del 2022 è in forte discussione per molte aziende e se anche i prezzi all’agricoltore non verranno adeguati dall’industria e dalla grande distribuzione, al danno si aggiungerà la beffa che si chiamerà fallimento.
Anche per gli agriturismi, il caro bollette rappresenta una scure sulle imprese del settore strette tra necessità di tenuta economica e il rischio di dover aumenta i prezzi di beni e servizi a discapito dei clienti. Lavorare solo il sabato e la domenica, per sfruttare le tariffe più basse del weekend introdotte dai fornitori di energia elettrica, non basterà in alcun modo.
Sarà necessario tenere alta l’attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione, agricoltori e loro associazioni faranno la loro parte – conclude il presidente Podella – ma se risposte certe e tangibili non arriveranno nei prossimi giorni, ci vedremo costretti a incrociare le braccia e a manifestare pubblicamente il nostro disagio.