Corigliano-Rossano, celebrata la messa delle “Ceneri”

Cosenza Attualità Antonio Le Fosse

Anche nella cattedrale di Rossano è stata celebrata la santa messa delle “Ceneri” alla presenza di molti fedeli. Alla celebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Maurizio Aloise, hanno preso parte diversi sacerdoti (don Pietro Madeo, don Giuseppe Grilletta, don Pietro Frizzarin e don Pasquale De Simone) e il vicario generale della Diocesi di Rossano-Cariati: don Pino Straface.

Presenti, oltre a tanti fedeli, anche i confratelli della confraternita dell'Addolorata, diretta dal nuovo Priore Umberto Corrado, e il coordinatore delle Confraternite dell'intera Diocesi di Rossano-Cariati e della Calabria: Giuseppe Calarota. Molto significativa l'omelia del padre Arcivescovo che, oltre a soffermarsi sull'importanza della ricorrenza religiosa, ha voluto manifestare la sua piena vicinanza e solidarietà al popolo ucraino.

Con il mercoledì delle Ceneri, dunque, si apre il cosiddetto periodo di digiuno, sacrificio e penitenza della Quaresima che terminerà la prossima domenica 17 aprile con i tanto attesi festeggiamenti della Pasqua. Un appuntamento liturgico, importantissimo per i fedeli cristiani, che apre un periodo di 40 giorni di preghiera, ritrovo e astinenza dalle carni, dopo i bagordi del giovedì e del martedì grasso. Il mercoledì delle Ceneri, nella chiesa cattolica di rito romano e in altre chiese cristiane, segna l’inizio del cammino spirituale, fatto di penitenza, pentimento e digiuno, che dà il via alla Quaresima segnata dalla rinuncia delle carni.

Il mercoledì delle Ceneri, così chiamato per il riferimento diretto al rito che viene celebrato con la Messa di tale giorno, prevede l’imposizione da parte del sacerdote e sulla testa dei fedeli, delle ceneri sacre e benedette ottenute bruciando i rami d'ulivo della Domenica delle Palme dell'anno precedente. Si tratta di un gesto che è una pietra miliare nelle celebrazioni cristiane, specie tra i riti dedicati al periodo quaresimale e della Pasqua, che racchiude in sé un doppio valore simbolico.

Non solo rimanda alla precarietà della vita terrena, come recitano i celebri versi della Bibbia: “Polvere eri e polvere ritornerai”, ma è anche un segno di pentimento dell'uomo di fronte a Dio, oltre che indicare la sua conversione alla Parola del Vangelo. Non a caso è proprio il Sacerdote incaricato dell'imposizione, ad accompagnare la caduta delle ceneri sulla testa del fedele con questa frase: “Convertiti e credi al Vangelo”.