La cosca ed il controllo della filiera agricola: sigilli ai beni di Antonio Piromalli
Ammonta a circa un milione di euro il valore dei beni - composti da tre complessi aziendali e varie disponibilità finanziarie - che stamani sono stati sequestrati, tra Reggio Calabria e Milano, ad Antonio Piromalli.
L’uomo, 50enne, è stato condannato in Appello a 19 anni e 4 mesi di reclusione (sentenza a cui ha ricorso in Cassazione) nell’ambito dell’operazione Provvidenza (QUI), in quanto ritenuto responsabile di associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e truffa aggravata.
Le indagini patrimoniali svolte dai carabinieri hanno portato a far ritenere che la cosca Piromalli esercitasse il controllo della filiera commerciale agricola reggina, condizionata tramite un consorzio colpito dal provvedimento di oggi.
L’ipotesi è che attraverso quest’ultimo, ingenti quantitativi di agrumi fossero inviati verso il mercato ortofrutticolo di Milano per poi essere venduti.
Inoltre, gli inquirenti ritengono aver dimostrato come lo stesso clan fosse operativo proprio nel mercato del capoluogo lombardo, dove è stata censita la presunta riconducibilità all’organizzazione mafiosa di un’impresa - sottoposta anch’essa a sequestro - che gestisce un posteggio di rivendita all’ingrosso di frutta e verdura.
Quest’ultima, e sempre secondo le risultanze investigative e processuali, sarebbe stata impiegata da Antonio Piromalli, “a prezzi e condizioni da lui stesso decisi”, per commercializzare una partita di agrumi di scarsa qualità che non sarebbe stata stata accettata da nuovi clienti dell’Est Europa.
Nell’hinterland milanese è stata inoltre individuata un’impresa di import-export di proprietà di una società con sede negli Stati Uniti d’America ma risultata invece riconducibile direttamente allo stesso Piromalli.
L’impresa - la cui parte italiana è stata colpita oggi dal decreto di sequestro – secondo gli investigatori sarebbe stata utilizzata, insieme ad altre società operative negli Stati Uniti, per commettere una frode alimentare ai danni di società americane che operano nella grande distribuzione.
Una attività illecita, questa, che si ritiene abbia permesso alla cosca di realizzare un guadagno complessivo compreso tra un milione e mezzo ed i due milioni di euro.
Gli affermano infatti che le società del gruppo operative negli Usa, avessero acquistato - tramite una intermediazione fornita da Antonio Piromalli, ed col supporto logistico prestato dalla impresa sequestrata - diversi container spediti dal porto di Gioia Tauro, contenenti una miscela di olio di sansa d’oliva poi rivenduta negli Stati Uniti come olio extra-vergine d’oliva ad operatori rilevanti della grande distribuzione
Per aumentare l’operatività del sistema, Piromalli sarebbe anche intervenuto personalmente nell’affare immettendo fondi di origine ignota che avrebbero consentito così l’acquisto di altre partite di olio di sansa dall’Italia, da rivendere sempre in america come pregiato olio extra-vergine.
Il Decreto di Sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo dello Stretto su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, è stata eseguita dai Carabinieri del Ros insieme ai colleghi di Reggio Calabria e Milano.