Operazione “Mercato Libero”. Frascati torna libero
Dopo quasi sette mesi dal suo arresto Emilio Angelo Frascati (52 anni) ritorna in libertà: a deciderlo la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio l’ordinanza del gip con cui l’imprenditore era finito tra le sbarre nell’agosto dell’anno scorso nell’ambito dell’operazione “Mercato Libero” (QUI).
All’uomo si contestavano i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e di intestazione fittizia di beni.
In particolare, l’ipotesi degli inquirenti è che l’imprenditore, quanto al primo reato, sia partecipe della cosca Libri e che abbia funto da intermediario in una estorsione imputata allo stesso clan.
Quanto al secondo reato, invece, si ritiene che insieme ai fratelli sia il proprietario fittizio della cooperativa Effe Motors, concessionaria delle marche Honda e Mazda a Reggio Calabria e che operava in questo senso ormai da anni nel settore della vendita di auto.
Il Tribunale del Riesame aveva peraltro già annullato completamente la contestazione in relazione alla presunta partecipazione alla ‘ndrangheta, provvedimento non impugnando avendo decretato in maniera perentoria e risolutiva che non fosse dimostrata alcuna forma di intermediazione nella vicenda estorsiva tra una ditta, la Paeco, e le cosche di riferimento.
Inoltre, non vi erano elementi per ritenere la vicinanza dell’indagato ad ambienti criminali né tantomeno la sua partecipazione ad associazioni mafiose.
Il Tdr, però, in quella occasione, aveva confermato la gravità indiziaria sulla presunta intestazione fittizia della Effe Motors, ma aveva sostituito per Frascati la misura carceraria con quella degli arresti domiciliari.
Contro questo provvedimento hanno fatto ricorso in Cassazione i suoi difensori, Marco Panella e Francesco Calabrese per i quali l’asserita interposizione fittizia fosse del tutto insussistente “difettando in radice il dolo specifico di voler eludere la possibile emissione di un provvedimento di sequestro e confisca nell’ambito di un futuro procedimento di prevenzione”.
“Gli elementi valorizzati in chiave accusatoria – hanno sostenuto i legali - erano del tutto evanescenti ed indimostrati, non sussistendo a carico di Emilio Angelo Frascati alcuna concreta prospettiva di essere sottoposto ad alcun provvedimento di sequestro futuro, visto che trattavasi di soggetto assolutamente incensurato del tutto avulso dal coinvolgimento in contesti delinquenziali”.
Gli avvocati avevano anche evidenziato come, dalla stessa contestazione, la condotta sarebbe stata commessa eventualmente nel 2008 e non vi sarebbe stata alcuna ulteriore forma di protrazione della stessa; dunque, ci si sarebbe trovati davanti una ipotesi di reato ormai abbondantemente prescritta.
Nel corso del giudizio di cassazione, a fronte della richiesta di rigetto del Procuratore Generale, gli avvocati Panella e Calabrese hanno ribadito le proprie ragioni, evidenziando come fossero assolutamente insussistenti i presupposti oggettivi e soggettivi per configurare il reato per il quale era stata emessa la misura.
La Seconda Sezione Penale, dunque, ha accolto in pieno il ricorso dei difensori, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame e disponendo direttamente la revoca della misura cautelare attualmente a carico di Frascati.