Multiutility, insorge l’opposizione in Consiglio regionale: “Occhiuto ritiri il disegno di legge”
“Come era prevedibile l’approvazione da parte della Giunta Regionale della delibera n.93 ‘Documento tecnico di indirizzo-gestione dei rifiuti urbani’ e la delibera n. 118, il disegno di legge avente ad oggetto ‘l’Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente’, ha provocato una decisa presa di posizione da parte dell’Anci calabrese e dell’Assemblea dei Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria”.
Lo scrivono in una nota i consiglieri regionali di opposizione, Amalia Bruni, Capogruppo del Misto; Nicola Irto, Capogruppo del Partito Democratico; e Davide Tavernise, Capogruppo del Movimento 5stelle sostenendo che la mancata interlocuzione con gli amministratori sulla futura gestione di settori importanti come l’acqua pubblica e i rifiuti, rappresenta a loro dire “un grave sgarbo istituzionale” al quale Occhiuto “deve assolutamente porre rimedio”.
“Non si può pensare di legiferare su materie così delicate che interessano la vita quotidiana dei cittadini – sbottano dall’opposizione - senza un necessario confronto con chi si trova in prima linea tutti i giorni e deve rispondere alle comunità per eventuali disservizi”.
Secondo i consiglieri, con questo disegno di legge il Presidente Occhiuto avrebbe pensato di chiudere il cerchio sul controllo di asset strategici della Regione senza dar conto a nessuno.
“Ma il problema della gestione dell’Acqua Pubblica e dei rifiuti in Calabria - affermano - non può essere affrontato con colpi di mano come è stato già fatto per Azienda Zero ma solo con un percorso autenticamente democratico, di confronto e di ascolto dei sindaci e delle comunità coinvolte”.
Bruni, Irto e Tavernise ritengono che con queste delibere si torni indietro di anni e che il compito della Regione sia quello di programmare, “non di gestire”.
“Una Regione che accentra è fuori dal tempo. Ci sono voluti anni per attivare gli Ato, che – affermano ancora - devono essere rafforzati d dotati di tutti gli strumenti di cui hanno bisogno e non cancellati. Occorre responsabilizzare i territori senza espropriarli. L’acqua e i rifiuti rappresentano i pilastri della civiltà”.
Per i tre consiglieri, quindi, non si tratterebbe di “sgarbo istituzionale” ma di “mancanza di considerazione delle amministrazioni locali e delle comunità solo per concentrare potere e controllo in barba alle più elementari nozioni della democrazia e della concertazione che vengono enunciate quotidianamente ma mai attuate”.
Nell’ottica di prestare massima attenzione alle preoccupazioni sollevate da chi amministra le città i consiglieri di opposizione chiedono dunque al governatore “di non continuare nel suo disegno accentratore”, dunque di ritirare le delibere e aprire un confronto con i territori.
“Con i diktat – concludono Bruni, Irto e Tavernise - non si offrono soluzioni stabili ma si acuiscono i problemi, crescono le tensioni e peggiorano i servizi per i cittadini. Bisogna ricominciare di nuovo, su basi diverse, facendo intervenire tutti alla discussione”.