Reggio, a Palazzo Alvaro la mostra “L’arte della guerra”
"Una splendida iniziativa che come Città Metropolitana abbiamo voluto sposare, cosi come con le altre che in città si stanno organizzando in vista della celebrazione del 25 aprile, e che porta con sè un tema di strettissima attualità come quello della guerra". Lo ha affermato a margine dell'inaugurazione il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Carmelo Versace. "Attraverso un linguaggio diretto, quasi inquietante, con immagini forti e messaggi di impatto, la mostra di Bruno Canova richiama ai valori supremi della pace e della democrazia, cui l'intera comunità internazionale dovrebbe tendere soprattutto in un periodo buio come quello che stiamo attraversando con il conflitto in Ucraina. Per questo voglio ringraziare i promotori di questa mostra e spero che tanti cittadini, bambini e ragazzi in particolare, abbiano l'opportunità di poterla visitare nei prossimi giorni".
L’esposizione monografica ospitata a Palazzo Alvaro si compone di più di 40 opere che comprendono una selezione di disegni, dipinti, incisioni e acqueforti che consentiranno di approfondire la figura e la personalità artistica di Bruno Canova, nato a Bologna nel 1925 e scomparso nel 2012 a Lacco Ameno d’Ischia. Si tratta di una sequenza di opere dedicate agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, nella quale un’immediata e ineludibile forza comunicativa si coniuga e viene esaltata da un raffinato livello di invenzione figurativa e di tenuta stilistica.
Il ciclo di opere realizzato dall’importante artista tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, ma portato avanti fino alla sua scomparsa, rappresenta la volontà di Canova di usare il linguaggio delle arti visive per contribuire al grande mosaico collettivo della Memoria, una scelta dettata anche e soprattutto dalla necessità di continuare a trasmettere alle generazioni future il ricordo degli orrori delle dittature, della guerra e la memoria tragica della Shoah. "La mostra che ospitiamo a Reggio Calabria è la testimonianza di una tragedia nella quale l’artista è stato coinvolto in prima persona e delle atrocità cui è sopravvissuto" prosegue Brunetti, ricordando come "Bruno Canova, infatti, fu internato nel 1944 come partigiano in un lager tedesco".