Scomparsa Chindamo, Bruni: “Si promuovano percorsi di cambiamento”
"Maria Chindamo, l'imprenditrice calabrese rapita e fatta sparire alle 7,15 del 6 maggio 2016 davanti alla sua tenuta agricola di località Montalto di Limbadi, vittima di una vendetta per essersi rifiutata di cedere i suoi terreni a un vicino con gravi precedenti penali. Il suo corpo sarebbe stato distrutto da un trattore o dato in pasto ai maiali". Lo dichiara in una nota Amalia Bruni, che parla di una "vicenda disumana in cui l’orrore si spinge oltre l’inimmaginabile".
"La sua è una storia che ferisce profondamente tutti noi calabresi, in particolare noi donne, e che merita l'impegno dei cittadini, delle cittadine e delle istituzioni" prosegue la leader dell'opposizione in consiglio regionale. "Abbiamo un compito importante per il passato, per il presente e, soprattutto, per il futuro della nostra regione, cioè quella di promuovere quei percorsi di cambiamento capaci di liberarla per sempre dalla 'ndrangheta e dal malaffare, percorsi seri, concreti in cui ciascuno deve fare la sua parte e che io voglio condividere totalmente".
"Spero sinceramente di poter incontrare la sua famiglia e di poter dare il mio contributo alla speranza che state seminando sull'esempio di una donna Libera, che ha sempre lottato per i suoi valori e per il suo amore verso la nostra meravigliosa terra di Calabria" conclude.