Agricoltura sociale, Acli Terra Calabria chiede una nuova legge regionale
Si è definito il percorso da seguire per approvare una nuova legge regionale sull’Agricoltura Sociale, considerata una scelta di civiltà e di opportunità sociale, in occasione del recente confronto-dibattito promosso da Acli Terra Calabria e Parco Agricolo Calabria.
L’evento, presieduto e coordinato dal giornalista ed esperto di sviluppo locale, Valerio Caparelli, ha registrato la proposta di istituire una legge regionale ad hoc, lanciata dal presidente regionale di Acli Terra, Pino Campisi, che ha parlato della necessità di una nuova legge regionale, possibilmente integrata per l’agricoltura e l’artigianato sociale, che abbia nel suo dettato normativo il compito di rispondere in modo adeguato al forte bisogno di quella parte di società che vive un disagio.
La proposta è stata fortemente sostenuta nel corso degli interventi di: Nicola Tavoletta, presidente nazionale di ACLI Terra; Filippo Moscato, presidente regionale delle ACLI; Giuseppe Critelli, docente del Master Universitario “Beni comuni e culture ambientali” della “Federico II” di Napoli; Franco Laratta, dell’Ismea; Michele Zannini, componente della presidenza di Acli Terra nazionale con delega all’agricoltura sociale.
L’idea di una nuova legge regionale che definisca e sostenga le iniziative delle aziende che vogliono promuovere l’agricoltura sociale è stata favorevolmente accolta dal Dirigente del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, Giacomo Giovinazzo, intervenuto nel corso del dibattito con un interessante intervento sul tema dell’incontro. Lo stesso, riportando il messaggio di attenzione sul focus dell’Assessore regionale al ramo, Gianluca Gallo, ha dichiarato di aderire alla proposta di ACLI Terra Calabria di convocare presto l’istituito Osservatorio sull’Agricoltura Sociale, sinora mai riunitosi e che oggi potrebbe rappresentare il maggiore strumento di condivisione per una co-progettazione utile ad arrivare alla delineazione di una forma legislativa regionale più adeguata e moderna.
D’altro canto, una legge sull’agricoltura sociale non può prescindere dal contenere il pensiero centrale che la ispira nella consapevolezza che “per sociale si deve intendere lo sviluppo e l’implementazione di nuove idee (prodotti, servizi, modelli), che siano in grado di rispondere ai bisogni sociali e di creare nuove relazioni o collaborazioni”.
Questo specifico segmento dell’agricoltura dovrebbe “tendere a migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno abbienti, realizzando una maggiore perequazione tra le varie componenti della società, senza dimenticare che deve rispondere in modo innovativo, costruendo nuove relazioni tra pubblico, privato e terzo settore”.
In più, l’agricoltura sociale, deve costruire “un modello economico innestato tra profit e no profit, dove contano sia la sostenibilità economica sia i destinatari, stimolando un buon utilizzo delle fonti di finanziamento per generare cambiamenti a lungo termine, con l’utilizzazione delle moderne tecnologie”.
Gli interventi di tutti partecipanti sono stati di notevole e autorevole spessore, con contributi di cui bisognerà certamente tener conto rispetto ad alcuni punti costituenti la nuova legge.
In particolare, il fondamento di migliorare le condizioni di vita attraverso percorsi stabili di inclusione socio-lavorativa, e di azioni di sensibilizzazione verso l’educazione alimentare e ambientale, oltre alla salvaguardia della biodiversità.
Quattro gli obiettivi prefissati da ACLI Terra Calabria per i prossimi mesi: convocazione dell’Osservatorio Regionale dell’Agricoltura Sociale; presentazione della proposta di una nuova legge sull’agricoltura e l’artigianato sociale; utilizzo dei fondi previsti nel progetto GOL (Garanzia di Occupabilità Lavoratori), laddove nel “Percorso 4 - lavoro e inclusione” sono previsti undici milioni di euro per misure a favore dei soggetti in condizioni di vulnerabilità e orientamento specialistico per la presa in carico integrata, misure integrate di accompagnamento all’inserimento lavorativo, attivazione dei tirocini di inclusione sociale, supporto per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, formazione breve e lunga; convocazione di una conferenza regionale sull’agricoltura e l’artigianato sociale.
Le strade da praticare a favore di questa battaglia di civiltà possono essere molteplici, ma ora è necessario avviare la prima praticando e attivando concretamente una scelta politica sociale e di inclusione.