Reggio Calabria, laboratorio artistico-terapeutico nel reparto di pediatria del G.O.M.

Reggio Calabria Salute

Firmato la mattina del 21 luglio nella Direzione Generale del presidio Riuniti del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, il protocollo d’intesa tra il G.O.M., il Rotaract 2102, il Distretto Leo 108Ya di Reggio Calabria, e la dott.ssa Roberta Cuzzola, che formalizza le attività del laboratorio artistico-terapeuetico Mondi di Favole, che da fine giugno sta avendo luogo nel reparto di pediatria, diretto dal dr. Domenico Minasi.

L’incontro tra il Commissario Straordinario del G.O.M., dr. Gianluigi Scaffidi, i rappresentanti dei Club Service del territorio di Reggio Calabria, Antonio Linguardo, Fabienne Marino (Distretto Rotaract 2102), Eleonora Romeo (Distretto Leo 108Ya), Andrea Manti (Leo Club Reggio Calabria Host “Vittoria G. S. Porcelli”), Roberta Cuzzola, autrice del Progetto Mondi di Favole, e Simeone Carullo, coordinatore del Progetto per il G.O.M., si è svolto all’insegna del reciproco apprezzamento sia per il contenuto che per lo spirito con il quale si è dato vita ad un laboratorio artistico-terapeutico dedicato ai bambini degenti.

Il Progetto Mondi di Favole apre nuovi mondi verso la fantasia e la creatività dei bambini, suoni che evocano ricordi per creare nuove melodie segniche, supereroi e personaggi da fiaba che si trasformano in personalissimi alter ego. Le finalità sono quelle di umanizzare i luoghi ospedalieri rendendoli, attraverso la produzione di opere di artistiche esteticamente qualitative, più confortanti e stimolanti; fornire agli utenti, attraverso l’arte, nuovi strumenti per esprimere al meglio se stessi facendo emergere pensieri, sentimenti, stati d’animo che condizionano negativamente i soggetti e non permettono una più lieta consapevolezza dell’esperienza. Senza la paura di essere giudicati, ma potendo liberamente comunicare, attraverso il fare artistico, si innescherà a livello inconscio, un graduale processo terapeutico e di maggiore conoscenza di sé che sarà altamente trasformativo. Puntare, infine, sulla valenza sociale riabilitativa indotta dal coinvolgimento degli individui in un’esperienza collettiva e condivisa.