Reggio Emilia. Imprenditrice legata ai Grande Aracri, confiscati beni per 628mila euro
Ammonta a oltre 628 mila euro il valore dei beni che la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha confiscato ad un’imprenditrice di origine calabrese, Vittoria Brugnano, ritenuta contigua a personaggi di spicco della cosca locale di ‘ndrangheta attiva storicamente nel territorio emiliano, quella cioè dei Grandi Aracri di Cutro (QUI), cittadina del crotonese.
La donna era l’amministratrice di diritto di una società che gestiva delle palestre - ed ora in fallimento - con locali disseminati fra le province di Reggio Emilia, Parma e Perugia.
L’imprenditrice è però nota per essere la moglie di un presunto fiancheggiatore dei Grande Aracri, Antonio Vetere, elemento che emergerebbe dall’inchiesta Aemilia (QUI), per il cosiddetto “affare Sorbolo”, dove compare fra i primi investitori del denaro impiegato, di fatto, dallo stesso Nicolino Grande Aracri.
La stessa è stata condannata in via definitiva a due anni di reclusione e alla relativa confisca per il reato tributario di indebita compensazione: per gli inquirenti, dal 2004 al 2008 non avrebbe versato all’erario la somma complessiva di esattamente 628.237,65 euro.
Pertanto, la Procura Generale presso la Corte D’Appello di Bologna ha disposto la confisca per equivalente dei beni nella sua disponibilità e consistenti in diversi asset patrimoniali, tra cui un fondo pensione ed una villa di pregio nel capoluogo reggiano. Beni che sono stati individuati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Emilia grazie a delle specifiche indagini patrimoniali.