Crotone. Tari pagata al 40% per la crisi rifiuti: il Comune vuole la differenza, Comitato fa ricorso

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Venerdì scorso è stato notificato al Comune di Crotone ed all’Agenzia di Riscossione Tributi, il primo ricorso avverso le cartelle esattoriali Tari 2021.

A presentarlo il Comitato di Quartiere Tufolo Farina. “Lo scorso anno – spiega infatti il suo presidente, Alfonso Gaetano - a seguito delle sospensioni del servizio d’igiene urbana nei mesi di aprile e di luglio, nel capoluogo pitagorico si accumularono diverse tonnellate di rifiuti ed a causa di questo disservizio, non imputabile ai cittadini, decidemmo di pagare la Tari in forma ridotta per come previsto dalla legge 147/2013 (legge di stabilità 2014)”.

Molti cittadini, così, scelsero di pagare il tributo al 40% “ai sensi dell’articolo 1 comma 657 della legge che la tari l’ha istituita, ed a fronte ad un servizio svolto con scarsa qualità dal gestore, il Comune di Crotone pretendeva il pagamento dell’intero importo della tariffa.” Aggiunge Gaetano che evidenzia però come “nonostante la legge sia dalla parte dei cittadini, l’ufficio tributi di Crotone, ha avviato in questi giorni la procedura di recupero iscrivendo a ruolo la rimanente somma mancante, cioè il 60%.”

“A nostro avviso, questa somma non è dovuta, ed è per questo che abbiamo deciso di adire le vie legali, in modo da farci riconoscere un diritto negato” chiosa il presidente del comitato.

Il ricorso, strutturato in 19 pagine, è stato presentato dall’avvocato Maria Antonietta Gaetano del foro di Crotone, e lo stesso ha lo scopo di riequilibrare la tariffazione Tari con l’offerta del servizio svolto dal gestore, che a detta dei firmatari “presenta diverse criticità nelle operazione previste nel contratto di gestione, dove in alcune zone della città il mancato spazzamento stradale, lavaggio stradale ed il mancato lavaggio dei cassoni di raccolta è diventata oramai prassi, in palese violazione delle normative di riferimento”.

Nel ricorso si paventa anche un mancato rispetto del regolamento comunale sulla gestione dei rifiuti, soprattutto per quanto riguarda le distanze minime dei punti di raccolta oltre a cassoni definiti “illegali” che per la maggior parte risultano senza coperchio, “mettendo a rischio la salute pubblica, visto che allo stato sono antigenici ed in difformità da quanto previsto dall’articolo 12 comma 4 del regolamento comunale che disciplina appunto la gestione degli stessi” precisa Gaetano.

Molte le sentenze di Cassazione e molte le decisioni di Commissioni Provinciali dei Tributi richiamati nel ricorso, e quasi tutti con casi analoghi alla situazione di Crotone che danno ragione ai cittadini.

“Si aprirà adesso una fase di mediazione obbligatoria come previsto per legge, ed auspichiamo, che in questa fase l’Ufficio Tributi di Crotone, il Sindaco della città e l’assessore al bilancio accolgano le decine di istanze di annullamento in autotutela che nel frattempo i cittadini stanno inoltrando al Comune, iniziativa questa che non mette al riparo gli stessi cittadini poiché il ruolo deve essere o ritirato dall’ente o deve essere annullato dalla Commissione Tributaria Provinciale presentando appunto il ricorso avverso” afferma ancora il Presidente del CQTF.

“Siamo fiduciosi di un risultato positivo, e crediamo che con questa azione si possano riequilibrare molteplici carenze sul servizio di igiene urbana, che da troppo tempo sono il tallone d’Achille del Comune di Crotone visto che il servizio, per molti aspetti, non risponde alle direttive Arera, ai contratti di servizio ed ai regolamenti comunali” conclude Alfonso Gaetano.