Discarica di amianto a Scandale: bloccati per altri 90 giorni i lavori
Può non sapere la mano sinistra quello che fa la mano destra? Se si tratta della Regione Calabria, la risposta è si. L’ultimo caso emblematico è quello riguardante la discarica di amianto che dovrebbe sorgere in località Santa Marina a Scandale nel Crotonese. Nel provvedimento del dipartimento Ambiente della Regione, con il quale vengono bloccati per altri 90 giorni i lavori della discarica in questione, nelle motivazioni il dirigente testualmente scrive: “in primo luogo, la sopravvenuta conoscenza da parte di questo dipartimento, assunto solo in questi giorni, della presenza, nell’ambito del P. E. A. R. approvato con deliberazione del Consiglio regionale, la numero 315/2005 con «una clausola di esclusione dal territorio provinciale di Crotone dell’insediamento di impianti di trattamento, trasformazione, conservazione e smaltimento di rifiuti di ogni genere, o loro derivati, che apparirebbe ostare alla emissione di qualsivoglia provvedimento autorizzativo».
Scritto nero su bianco, la Regione, attraverso un suo dirigente, ammette di non essere a conoscenza di una legge del 2005 emanata dal suo organo legiferante e di averla appresa solo da qualche giorno; con l’aggravante che, nel piano regionale dei rifiuti, una discarica di amianto nella Provincia di Crotone proprio non era prevista. A voler, poi,trovare il pelo nell’uovo, di questo provvedimento del 2005 la Regione se ne ricorda ad intermittenza, visto che è stato alla base del diniego di altre autorizzazioni per impianti di smaltimento. In questo caso, il Dipartimento Ambiente, accortosi della svista, rileva «l’esigenza, in applicazione del principio di precauzione, di addivenire alla compiuta raccolta delle risultanze documentali evidenziate come mancanti e di sottoporre il relativo compendio al Nucleo Via - Vas, Ippc per una più approfondita valutazione del caso onde potersi determinare in merito all’azionata autotutela».
Ipse dixit!