Carcere di Catanzaro, Fismu: “pochi medici, mancano anche gli psichiatri. Situazione esplosiva”
Con pochi medici a disposizione e l’assenza, anche, di psichiatri la situazione del carcere di Catanzaro Siano per Francesco Esposito, Segretario Nazionale Fismu, sarebbe “gravissima per gli operatori e per la tutela della salute di detenuti e personale penitenziario”. La denuncia alle istituzioni della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu parte con una lettera nella quale Esposito accenna al “continuo processo di depauperamento di medici nell'area sanitaria dell'istituto” che starebbe creando, nell'ultimo periodo, “notevoli criticità per la copertura dei turni” per un istituto penitenziario che accoglie quasi 700 persone.
Una mole di lavoro che, spiega il dirigente sindacale, comprende le visite mediche ai nuovi detenuti o trasferiti da altro istituto e la relativa stesura della cartella clinica, la programmazione delle visite e delle disposizioni varie; le visite mediche nei padiglioni che arrivano a superare le 80/90 al giorno; le continue richieste di interventi per urgenze dai vari padiglioni; i nulla osta alla traduzione per i detenuti partenti; le continue richieste di certificazioni da parte della polizia penitenziaria; l’assistenza continua ai pluripatologici e per i detenuti psichiatrici per gli atti autolesionistici.
“L'attuale situazione sanitaria è oltre i livelli di guardia nell'istituto penitenziario e necessita di interventi rapidi, su più fronti” sbotta ancora Esposito che entra poi nel merito.
“Le difficoltà inerenti l'aumento delle patologie psichiatriche, delle tossicodipendenze e dei pazienti fragili – afferma il segretario - impongono un servizio ben strutturato delle varie branche specialistiche non più presenti e da implementare (si sottolinea la mancanza della figura specialistica psichiatrica) e un’ottimale riorganizzazione di quelle già operanti”.
Per il dirigente Fismu sarebbero da rivedere le prestazioni nell'ambito della prevenzione, diagnosi cure e riabilitazione “che non possono ovviamente essere espletate per la mancanza di un corretto ed adeguato numero di medici”.
Tutto ciò secondo il segretario “accende i riflettori sullo stato di pericolosità in cui sono costretti ad operare quotidianamente i professionisti sanitari. Se la situazione dovesse rimanere invariata i medici, pur garantendo la presenza quotidiana in istituto, si troveranno loro malgrado ad iniziare una forte ed incisiva forma di protesta e a garantire solo le urgenze/emergenze fino al ripristino di un adeguato numero di personale”, conclude Esposito.