Energia Vibo: SAF Saipem, dimissioni in blocco degli iscritti
Continua la diaspora degli iscritti della FEMCA CISL del comparto energia della provincia di Vibo Valentia con le dimissioni in massa degli iscritti alla Saipem e all’Eni R&M. Dopo le prime dimissioni d’iscritti della società Cosenza Crati, gestrice del contratto della depurazioni di competenza dell’ATO4 di Vibo Valentia, anche gran parte degli iscritti dell’Eni della provincia lasciano la FEMCA CISL in conseguenza dell’esclusione dei propri delegati dalla gestione della federazione e in segno di solidarietà con il Segretario Generale uscente, Pino Conocchiella, a cui non è stato concesso nel Congresso Straordinario il confronto democratico. - È quanto si legge in una nota diffusa alla stampa dalla Sezione Aziendale Femca Cisl - Saipem ViboValentia - Questa recessione dall’iscrizione alla CISL lascia il comparto energia vibonese senza una base e una rappresentanza aziendale che per tantissimi anni ha segnato, nel bene e nel male, le politiche del settore energia e dell’industria del petrolio pubblico e privato, della chimica e della moda nel territorio.
La mancanza di sensibilità e di riscontro da parte delle segreterie confederale e federale ai ricorsi posti in essere a seguito del Congresso Straordinario e alle richieste di verifica e controllo sull’esclusione della lista “FEMCA Calabria libera”, a prevalenza di dirigenti sindacali Eni, ha portato gli iscritti a questo atto di protesta estrema ed eclatante. Gli organismi direttivi e il collegio dei probiviri che sono organi di garanzia statutaria e di giurisdizione interna non hanno ancora ritenuto opportuno di prendere una posizione in merito alle violazioni segnalate, dimostrandosi così non super partes. In queste condizioni di assenza di garanzia per i diritti degli associati esclusi, ritenendo l’attuale segreteria eletta non adeguata e competente per le materie specifiche delle aziende Eni in Calabria, gli iscritti non potevano che scegliere di dimettersi e interrompere il flusso dei fondi contributivi versati per la propria tutela.
A seguito - continua la nota - della fuoruscita di massa dalla FEMCA CISL Calabria, la domanda immediata che tutti dovremmo porci è cosa si sarebbe potuto fare per evitarla? Chi rappresenterà i valori ed i principi della CISL e della FEMCA nelle Aziende del territorio se non ci saranno più iscritti sufficienti e se quelli che restano non hanno riferimenti e competenze idonee? Chi parlerà per conto della FEMCA CISL della crisi della depurazione dei comuni vibonesi e dei lavoratori con il salario da anni a flusso intermittente? Chi affronterà la situazione dei depositi costieri in un sistema territoriale compatibile con la cittadinanza , il porto e il turismo? Chi difenderà l’esistenza e l’ammodernamento dell’insediamento dell’Eni a Vibo Marina e nel territorio Vibonese? Chi affronterà la situazione della gestione delle reti sia dell’acqua che del gas?
I problemi - si legge in conclusione nella nota - sono moltissimi e sicuramente non si sposano completamente con gli interessi della nuova dirigenza FEMCA Calabria imposta dalla confederazione Regionale e dalla federazione Nazionale. L’augurio per tutti noi e che vi siano al più presto atti concreti a Roma che permettano agli ex iscritti di ritornare sui propri passi. Oggi più di ieri il sacrificio dei lavoratori di versare circa trecento euro all’anno ad una federazione sindacale deve avere un ritorno in servizi sociali gratuiti, in garanzia dei diritti associativi basilari e nel benessere dei lavoratori nel contesto territoriale e nazionale. Il verbale di riunione degli iscritti Saipem e la formula motivata per la recessione del contratto associativo, allegati, dimostrano con quale dispiacere e delusione i vecchi iscritti FEMCA CISL della Saipem hanno deciso di lasciare codesta federazione che negli ultimi anni, sotto la guida e il lavoro del Conocchiella, ha tenuto la ribalta su tutti i tavoli di competenza calabresi e negli organismi sindacali anche nazionali.