Concerti. New generation calabrese: gli Etnosound conquistano Melicucco
Ieri giovedì 18 Agosto festa grande a Melicucco e, come ogni anno, con uno dei gruppi più ambiti per fare musica e festeggiare: gli Etnosound.
Le canzoni del Frontman Leonardo Bonavita e del maestro Domenico Macrì non hanno deluso le aspettative: la piazza, stracolma di gente, ha reagito con balli, canti e moltissime emozioni.
La ricerca nel raccontare il territorio con le canzoni rimane il punto cardine del loro successo che, abbinata ad una passione sfrenata, li ha portano ad avere numeri molto importanti anche su tutte le piattaforme social e streaming.
La serata inizia con i saluti del sindaco e l’ingesso dei musicisti contornati da audio e luci, coordinati dalla “All for the show” di Massimo Maiolo.
12 i secondi di attesa prima della prima canzone, 12 come gli anni che va a festeggiare quest’anno il gruppo nella tournée estiva che si chiuderà il 27 agosto a Cinquesfrondi.
Stati Uniti, Svizzera, Lussemburgo e tutta Italia hanno cantato questa tarantella che spazia dalla “new generation” calabrese alla musica tradizionale ma, dalle stesse parole dette sul palco da Leonardo Bonavita, nessuna piazza può dare lo stesso calore di quelle calabresi.
La scaletta procede senza sosta tra saluti e applausi ma è proprio nel momento dell’inizio della canzone “Madonna delli Posi” che la gente chiude gli occhi e si fa trascinare in quella che diventa a tutti gli effetti una preghiera cantata.
Molti anche i cinquefrondesi presenti che oltre a vedere sul palco della grande musica rivedono ormai delle icone del proprio paese a dimostrazione che, non importa da dove si parte ma, la cosa importante, rimane sempre la costanza e la passione per una tradizione che non passa mai di moda, la tarantella calabrese.
Come per tutti gli artisti il responso della serata può essere uno solo, l’applauso, il calore e le urla di apprezzamenti alla fine dello spettacolo e tra un gioco di audio e luci di Massimo Maiolo e tra la pipita di Domenico Macrì si infila la grande voce di Leonardo Bonavita che chiude una serata di festa dopo due anni di stop forzato per la pandemia.