Ance Vibo. Edilizia: dai dati Cassa Edile uno stato di crisi senza precedenti
Sulla crisi del settore edile dalle dimensioni ormai eclatanti, è da tempo che Ance, anche in collaborazione con l’intera filiera delle costruzioni (Manifestazione del 4 febbraio scorso), cerca di attirare l’attenzione della classe dirigente politica ed amministrativa. Risultati tangibili o quanto meno degni di nota, non se ne sono finora intravisti, nonostante denunce, conferenze, manifestazioni ecc., nulla è cambiato. I “numeri” della sofferenza del settore sono incontrovertibili e danno l’esatta misura dei danni incalcolabili che stanno creando ad una economia già povera e disastrata: - diminuzione degli investimenti in costruzioni per l’anno 2011 pari al 2,4% che nell’ultimo quadriennio, porteranno ad una flessione del 17,8% e addirittura in alcuni comparti, come ad esempio l’edilizia abitativa, addirittura al 34,2%. Ciò tanto per avere una idea, corrisponde in termini di investimenti a ben 29 miliardi di €; - gli effetti sull’occupazione a livello nazionale sono pesantissimi: 250.000 occupati in meno, che si prevede entro il 2011 arriveranno a 290.000. Entrando più dettagliatamente nell’ambito della provincia di Vibo Valentia, si registra una riduzione di operai attivi, che passano dai 2209 del 2009, agli attuali 1948, mentre le imprese sempre nello stesso periodo, passano da 482 a 443.
Il rilascio di documenti come il DURC ( Documento Unico di Regolarità Contributiva ) necessario per qualsiasi tipo di attività edilizia, ha subito, sempre sul territorio provinciale, un decremento del 9,85%, passando dalle 2060 autorizzazioni del 2009, alle 1857 del 2010, ben 203 in meno. Il quadro preventivo del settore, appare dunque ancora afflitto da una pesante recessione, frutto di continui tagli agli investimenti e di una mancata politica economica di sostegno, dati che vanno confrontati con le riduzioni che già nel 2009 questa provincia aveva registrato e che indicavano una flessione del 20%, che va a sommarsi a quelle che si stanno riscontrando. Dall’analisi infatti del Disegno di Legge di Stabilità 2011, emerge una riduzione delle risorse per nuove infrastrutture, pari al 14% rispetto all’anno precedente, un passo di gambero dunque, per contrastare la crisi.
Ad oggi sono queste le dinamiche del mondo delle costruzioni, come se non bastassero i pesanti cali già registrati negli anni precedenti -13,4% nel 2009 rispetto al 2008 e -9,8% nel 2010 rispetto al 2009.
Il problema prioritario è dunque sostenere l’attività delle imprese esistenti, senza cercare improbabili soluzioni che non danno di fatto nessuna rilevanza economica ed occupazionale sul territorio, attivando un piano di opere pubbliche prioritarie ed immediatamente cantierabili.
L’adozione ad esempio di un modello di intervento costituito da una “unità di crisi” che proceda in tempi stretti e con procedure straordinarie, all’istruzione ed al perfezionamento degli interventi immediatamente cantierabili, potrebbe essere un’idea, come un’idea potrebbe essere quella di istituire presso la S.U.A. regionale, 5 comitati tecnici (uno per provincia) che possano verificare, attraverso l’assegnazione di punteggi specifici attribuiti sulla base di precisi requisiti, le priorità degli interventi di opere pubbliche.
L’operatività immediata del fondo di garanzia creato presso Fincalabra, abbinato all’istituzione di un fondo contributo interessi finalizzato ad azzerare gli oneri finanziari a carico delle imprese per la cessione dei crediti vantati, potrebbe essere una valida soluzione agli annosi problemi che affliggono le amministrazioni locali nei rapporti diretti con le imprese.
I dati e le analisi riportate esprimono, ancora una volta, l’esatta misura del “baratro” in cui è piombato il settore economico trainante del territorio vibonese, un messaggio di allerta che sembra purtroppo non destare alcuna preoccupazione.