Ance Vibo: “infrastrutture, un territorio in bilico tra degrado e isolamento”
Secondo l’Ance, l’associazione dei costruttori edili, Vibo avrebbe raggiunto un tale livello di degrado delle infrastrutture viarie da fare invidia alle periferie di quei Paesi definiti arretrati e sottosviluppati. Un degrado che secondo l’associazione sarebbe figlio di un decennio di “totale assenza di visione e di azioni dirette agli investimenti” in nuove infrastrutture e in ammodernamenti di quelle esistenti.
"Del resto – affermano i costruttori vibonesi - ciò che avviene in Calabria risente della incapacità del nostro Governo di restituire centralità al comparto delle costruzioni che da solo genera la quota di PIL maggiore, riversando infine gli effetti benefici su tutti gli altri comparti industriali e dei servizi”.
Una situazione che non è ulteriormente tollerabile da cittadini ed imprese e sulla quale sono richieste misure ed interventi urgenti e incisivi da parte della rappresentanza politica e dalle Pubbliche Amministrazioni.
“Purtroppo l’incapacità di far fronte alle oramai consolidate procedure per l’accesso - programmato, progettato e documentato - ai fondi pubblici da parte di molti Enti Locali – affermano ancora dall’Ance - mette a nudo, in tutta la sua gravità, lo stato di totale abbandono in cui versano strade e arterie di collegamento indispensabili alla nostra sopravvivenza, economica e sociale”.
Non solleva da queste preoccupazioni, secondo il Presidente Gaetano Macrì, neppure la notizia dell’imminente spesa prevista dall’Amministrazione Provinciale, ancora soltanto programmata, destinata al miglioramento delle condizioni degli assi viari di sua competenza.
“Ci appelliamo anche ai neo Sindaci – ai quali va il nostro in bocca al lupo e le nostre congratulazioni – che – afferma Macrì - in queste ore si trovano (alcuni per la prima volta, altri con esperienza già maturata), ad affrontare una delle questioni più spinose, quella della viabilità interna e di collegamento dei loro centri alle principali arterie. Questa insostenibile situazione – aggiunge - cnon comporta infatti solo ricadute negative in termini di vivibilità ed accesso ai servizi per le popolazioni residenti, ma compromette seriamente ogni possibilità di rendere minimamente attrattivo sia dal punto di vista turistico sia per il mantenimento degli insediamenti produttivi esistenti il nostro territorio”.
Isolate in uscita, da una Calabria geograficamente lontana dai mercati di sbocco, le imprese secondo l’associazione devono sopportare maggiori costi per poter esportare i beni prodotti, vanificando così gli sforzi compiuti per mantenere il prodotto ad un prezzo competitivo.
Isolati dai flussi in entrata, a seguito della drastica riduzione di treni ed aerei che transitano negli HUB regionali, giorno dopo giorno diviene ancora più difficile sopportare, per l’intera comunità economica e produttiva, le pesanti diseconomie legate a questo isolamento coatto.
“Siamo convinti che non si possa prescindere da un livello di servizi minimi garantiti ai cittadini ed alle imprese – conclude Macrì – che in una società che si definisca, civile ed avanzata, si concretizza anche nella possibilità di compiere spostamenti di persone e merci in maniera efficiente e sicura".