Catanzaro. Rischia trattamenti disumani in patria, rigettata l’estradizione per un turco
La Seconda Sezione Penale della Corte d’Appello di Catanzaro (Presidente relatore Antonio Giglio, consiglieri Maria Rosaria De Girolamo e Barbara Saccà) ha rigettato la richiesta di estradizione, avanzata dal governo della Turchia nei confronti di un cittadino turco, T.M..
La decisione è stata presa poiché si paventa il rischio concreto che lo stesso, una volta in patria, possa essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti nelle carceri del suo Paese.
Con questa importante pronuncia, nonostante la requisitoria favorevole alla richiesta di estradizione avanzata dalla Procura Generale, la Corte ha inteso accogliere integralmente le conclusioni formulate dall’ Avvocato Gianluca De Vito, difensore dell’imputato.
La difesa ha evidenziato infatti come sussista la condizione ostativa alla concessione dell’estradizione poiché l’imputato, di etnia curda, avrebbe concretamente rischiato di subire la violazione di diritti fondamentali in virtù del fatto che la Turchia, pur facendo parte della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali del 1950, il 21 luglio del 2016 abbia comunicato di sospendere la sua applicazione e quella del Patto Internazionale dell’ONU sui Diritti Civili e Politici del 1966.
Inoltre secondo i recenti rapporti di Amnesty International, Human Rights Watch nonché del Dipartimento di Stato Americano, vi sarebbero ancora molteplici falle nel sistema giudiziario e nel tessuto politico-sociale della Turchia, concernenti soprattutto l’abuso dei diritti umani, la repressione del dissenso, l’abuso di potere statale, la libertà di espressione e di riunione nonché abuso di maltrattamenti e condizioni di carcerazione inumane e degradanti sotto la custodia della polizia.
In questo contesto si inseriscono, appunto, innumerevoli condanne alla Turchia da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo tra cui la più recente risale al settembre 2021, per la detenzione provvisoria dell’ex sindaco curdo di Siirti, Tuncer Bakirhan, incarcerato perché accusato di appartenere al PKK.
Proprio per questi motivi la Corte d’Appello di Catanzaro, richiamando le pronunce della Corte di Cassazione (le n. 32685/201, n. 54467/2016 e 26742/2021) ha negato l’estradizione dell’imputato.