Revoca scorta a Pino Masciari, solo silenzio dopo l’appello: “Tacere rende complici”
Silenzio. Si potrebbe sintetizzare in questa unica e simbolica parola la vicenda che ha interessato il testimone di giustizia Pino Masciari che dopo aver lanciato un grido d’aiuto affinché non gli venisse revocata la scorta a cui è sottoposto, ha fatto sapere che nonostante i suoi appelli rilanciati dalla stampa, le dichiarazioni dei politici e delle associazioni, ancora ad oggi tutto tace.
“Tutto è identico a quando ho reso pubblica la notifica dell’atto finalizzato alla revoca della scorta” (QUI), sbotta l’imprenditore informando di aver anche inviato una lettera alle città che gli hanno conferito la cittadinanza, chiedendo aiuto, “ma tante amministrazioni ancora oggi non hanno dato nessun cenno di risposta alla mia missiva”, commenta rammaricato.
Un silenzio, quest’ultimo, che sta facendo riflettere Masciari sull’opportunità di restituire la stessa cittadinanza a quelle città che “continuano ad ignorare la richiesta di sostegno di un loro concittadino”.
“Non servono le passerelle, le giornate commemorative, i convegni, se poi - sbotta il testimone - all’atto concreto non si sanno intraprendere azioni chiare che diano il segno tangibile del proprio impegno nell’antimafia”.
Stesso comportamento tenuto anche dalle istituzioni calabresi: “a parte la telefonata del presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro ricevuta mercoledì - afferma Masciari - nessuno si è più fatto sentire. Solo singoli esponenti politici mi hanno espresso il loro sostegno facendo appello a chi è nella possibilità di intervenire (Luigi De Magistris, l'ex- deputato Francesco Sapia, l’on. Simona Loizzo, il Consigliere regionale Antonio Maria Lo Schiavo, il laboratorio politico Primavera della Calabria, coordinato da Anna Falcone, il Movimento 24 agosto di Pino Aprile nonché Pedagogia della Resistenza con il prof. Giancarlo Costabile il Sindaco di Cinquefrondi (RC) Michele Conia)”.
Per il resto, “come sempre da 25 anni”, la Calabria tace: “ma tacere e non prendere posizione - prosegue l’imprenditore - non esonera dalla proprie responsabilità, anzi: in qualche modo rende complici. Il silenzio, anche quello delle persone oneste, finisce per colludere con la ‘ndrangheta”.
Per Masciari, dunque, serve un risveglio delle coscienze: “tutti e ciascuno - afferma - dovrebbero sentire l’urgenza di prendere posizione e scegliere se agire favorendo o contrastando l’antistato. Lo ripeterò all'infinito: la mia battaglia non è questione privata, ma la rivendicazione di un diritto di tutti: poter denunciare, opponendosi alla ‘ndrangheta, con la certezza della protezione da parte dello Stato! Certezza: perché lo Stato non può e non deve agire con la stessa ambiguità della malavita!” conclude.