Comitati, appello all’Asp per l’ospedale di Locri e l’accesso visitatori ai reparti di cura

Reggio Calabria Salute

"Le segnalazioni della difficoltà di accedere ai vari reparti di degenza dell' Ospedale di Locri per fare vista ai propri cari, alcune delle quali avvenute anche a mezzo stampa, ed il progressivo miglioramento del dato epidemiologico, ci spinge a sollecitare un aggiornamento del protocollo di accesso per familiari e visitatori".

Questo quanto chiedono in una nota il Comitato DifendiAmo L’Ospedale Locri ed il Comitato Casa della Salute Siderno.

"Se all'inizio della pandemia - continua la nota - la scelta di isolare i pazienti era ampiamente condivisa e motivata, oggi norme così restrittive non sono più giustificate né giustificabili e, soprattutto, non in linea con i recenti aggiornamenti normativi ministeriali riguardanti l'accesso in sicurezza nelle strutture ospedaliere e territoriali. Consentire di fare visita e di poter stare vicino ai propri cari in momenti difficili della vita non è una "benevola" concessione, ma rappresenta il riconoscimento e il rispetto di un bisogno e di un diritto fondamentale del paziente e dei suoi familiari".

"E' per questo motivo - prosegue - che, come cittadini, riteniamo necessario che siano impartite da parte della Direzione sanitaria, nel rispetto delle necessarie misure anti contagio da Covid-19, precise disposizioni per quanto riguarda orario, modalità e requisiti necessari per l'accesso ai reparti, in modo che siano rispettati questi fondamentali diritti".

"Inoltre, in base alle regole di trasparenza e di corretta comunicazione coi cittadini, che ogni pubblica amministrazione è tenuta ad osservare, tanto più quando eroga servizi che rispondono ad esigenze sanitarie tra le più delicate e sensibili - aggiunge la nota - riteniamo che debba essere data ampia diffusione a dette direttive e che queste debbano essere ben visibili in Ospedale e all'ingresso di ogni singola Unità operativa di degenza al fine di evitare disposizioni arbitrarie".

"Per porre rimedio ad una problematica come questa non servono finanziamenti, né nuove assunzioni, né particolari strumentazioni, ma solo attenzione e rispetto per quelli che sono i diritti fondamentali della persona, specie se malato", conclude.